A differenza dei mille epiteti per lo più dispregiativi che nel corso della storia sono nati per indicare una persona omosessuale, i termini dedicati a una donne lesbica sono davvero pochi, e si possono contare sulle dita di una mano.
Almeno in Italia, il termine lesbica è spesso associata alla parola lella, sinonimo considerato però dispregiativo per alcune, più “friendly” da altre.
La storia del lesbismo
Il primo termine della storia è quello di lesbismo, derivante proprio dall’isola di Lesbo. Qui visse la poetessa Saffo, nel VII secolo a.C. La poetessa greca in molte sue opere parlava della femminilità, della bellezza del corpo femminile, in particolare nella sua opera Inno ad Afrodite. Da qui si parla appunto di lesbismo.
Ma si parla anche di amore saffico, ovvero quello che nasce tra due donne. Il termine si rifà naturalmente a Saffo, la stessa poetessa.
Altri termini poco usati per definire una donna lesbica
Nel corso della storia, il termine lesbico era usato per lo più in modo dispregiativo. Furono le stesse femministe, desiderose di avere un termine, a riprenderlo e in un qualche modo “a riabilitarlo”. Altri termini sono:
- uraniste: derivante dal poeta tedesco Karl Heinrich Ulrichs, è un sinonimo di omosessuale. L’uomo gay si definiva quindi uringo, mentre il corrispettivo femminile era urningina. Entrambi i termini non hanno mai avuto successo in Italia.
- tribadi: deriva dal tribadismo, molto più conosciuto con il termine sforbiciata, ovvero il rapporto sessuale tra due donne. Essendo una pratica tra due donne, con tribade si definisce una donna lesbica.
- saffiche: come detto prima, deriva da Saffo, la poetessa.
A queste, sono seguite poi altre terminologie, molto più offensive o utilizzate all’interno della comunità lesbo.
- donnasessuale: la storpiatura del termine omosessuale.
- nurzia: provieniente dall’Abruzzo ma usato nel bolognese, deriva dall’immagine di due donne abbracciate come logo del torrone Nurzia.
- cravattona: per indicare una lesbica mascolina.
- camionista: dispregiativo e volgare, tenderebbe a sottolineare la mascolinità della donna.
Lella e lesbica: tra normalità e offesa
Lesbica è un termine offensivo? E Lella?
Lella deriva dalla fine degli anni ’90, per coloro iscritte alla mailing list LLI, dal quale proviene anche il termine lillina.
Lella sarebbe usato da quelle donne che ancora non si sono accettate, ma anche su questo punto molte storcono il naso. Quindi, per alcune la parola lella è più colloquiale, più carino di lesbica, che invece è visto come termine ancora oggi dispregiativo, se non semplicemente brutto e cattivo.
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Con termine affettuosamente ironico , soprattutto le " butch" che amano le camice di flanella scozzesi , vengono definite "fungarole" ( cercatrici di funghi ).