16 mesi dopo essere entrate in vigore, le unioni civili all’italiana si sono concesse la più giovane coppia di ‘sposi’.
Giorgio e Niccolò, rispettivamente 19 e 22 anni, si sono uniti civilmente nella giornata di ieri, a Torino, diventando così la più giovane unione civile del Bel Paese in quasi un anno e mezzo.
“Io e Niccolò ci consideravamo già una famiglia e non abbiamo visto nella nostra giovane età un vincolo. Abbiamo quindi deciso di rendere quest’unione concreta anche sotto l’aspetto legale e nel nostro futuro ci vediamo come una normale famiglia con gli stessi problemi delle famiglie etero, come una famiglia normale“.
Così il 19enne Giorgio, attivista Geco nel tempo libero, con la testimone di nozze Laura che ha battezzato l’unione dopo un’inevitabile preoccupazione iniziale.
“Loro sono due ragazzi particolari, molto innamorati, molto seri, forse persino troppo posati per la loro età, si vogliono molto bene. Sono famiglia, nel vero senso della parola“.
Perché l’amore non ha età, checché se ne dica, per delle unioni civili che continuano a regalare storie piene d’affetto, a lungo frenate da una legislazione assente e da una politica cieca, ora chiamata ad un doveroso prosieguo. Il matrimonio egualitario, una seria riforma sulle adozioni, una precisa, moderna e dettagliata posizione sulla surrogazione, un necessario abbraccio nei confronti delle famiglie omogenitoriali e di tutti quei figli che esistono e meritano attenzione, rispetto, diritti, così come tutte le persone transgender d’Italia, Paese che in tal senso ha ancora km di strada da fare.
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Certo che leggere questo sito rappresenta sempre una sfida ai limiti dei recond di mancanza del senso del ridicolo. Ma cosa significa "fin troppo seri per la loro età?" Vogliamo lottare contro gli stereotipi sui gay e ne fabbrichiamo sulle età? Io ho conosciuto Walter Matthau a Londra nel 1985 che aveva già 65 anni ed aveva un cervello più funzionante della somma di tre ventenni medi di allora, di ora almeno dieci, eppure era un bambino curioso di tutto.