La ragazza trans di 22 anni lavorava in nero come lavapiatti in un ristorante di Bari. Tutti sapevano che era una MtF, ovvero che avesse iniziato il processo per passare da uomo a donna, ma nessuno l’aveva mai aggredita per questo. A dicembre dello scorso anno, vedendola con lo smalto rosa alle dita, il dato di lavoro ha iniziato a insultarla pesantemente, davanti ai colleghi, fino a farla scappare dalla sala ricevimenti. E’ arrivata all’auto e se n’è andata, in lacrime.
Ma la ragazza non ha voluto farla passare liscia all’uomo. E ha contattato il circolo Arcigay di Bari, i cui volontari l’hanno aiutata per ottenere giustizia. All’epoca dell’episodio di discriminazione, la ragazza trans era ancora un maschio, avendo appena iniziato il suo percorso. Ma tutti i colleghi erano a conoscenza della sua transizione. Ma lo smalto rosa, a quanto pare, era troppo per il datore transofobo. Solo per quello, ha ricevuto offese, spinte e derisioni anche piuttosto pesanti. Dalla pagina social di Arcigay Bari, raccontano la sua storia:
Non l’aveva nemmeno sfiorata il pensiero che a qualcuno potesse dare fastidio. Tutti sapevano chi lei fosse davvero.
Pochi giorni dopo il fatto, il datore di lavoro si è visto recapitare la lettera dell’avvocato.
La ragazza trans è stata risarcita
Con l’aiuto di Arcigay Bari, la ragazza trans ha avviato un procedimento civile contro il suo ex capo, grazie all’avvocato Mate Carvutto, dello studio legale Kay Law. L’uomo ha preferito non andare in un’aula di tribunale, ma ha accettato il patteggiamento, risarcendo la ragazza per l’umiliazione subita.
La pagina Facebook del circolo ne approfitta poi per lanciare un appello alla politica, soprattutto nella regione Puglia. La legge contro l’omofobia è fermo da due anni in consiglio, senza nessuna speranza al momento che l’iter possa continuare, prima della scadenza. Con una legge ad hoc che punisce l’omofotransfobia, forse chi non accetta le persone LGBT ci penserà due volte prima di attaccare una persona, verbalmente e fisicamente.
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