Greta La Medica, scrittrice e dj
Prima che mi trasferissi a Milano, agli inizi degli anni 2000, non avevo mai conosciuto una persona trangender di persona. I grandi media non parlavano praticamente mai di donne trans. quando ero una ragazzina riaffiorano alla mente solo brevi interviste rilasciate da Eva Robins che ai tempi veniva definita “ermafrodita” lasciando allo spettatore l’esercizio di romanzare sopra un personale pensiero a riguardo; non c’era praticamente nient’altro, se non dei trafiletti di giornale che risospingevano la storia di queste chimere in angusti spazi di cronaca nera.
Da qualche anno, con i Social Media ci siamo riprese quel luogo di parola per tanto tempo silenziato, soppresso.
Penso che il corpo di una persona trans sia la transustanzazione di quell’atto politico che definiamo “coming out”. Noi non abbiamo il privilegio di chiudere nell’armadio dell’invisibilità ciò che siamo e lo rivendichiamo con orgoglio ogni giorno. Il 31 marzo è un’occasione per gridare al mondo che esistiamo, siamo in tante, milioni, un esercito ancora in guerra nell’eterna battaglia dei diritti.