Una legge che punisce con il carcere fino a otto anni le manifestazioni pubbliche di affetto tra persone dello stesso sesso è stata proposta al parlamento ungherese da Adam Mirkoczki, parlamentare del partito ultra nazionalista Jobbik.
Per la verità, i disegni di legge sono due e prevedono che i gay e le lesbiche ungheresi saranno puniti con una pena fino a 8 anni di reclusione e una multa pari a 500 euro nel caso fossero sorpresi a baciarsi, abbracciarsi o tenersi per mano in pubblico.
Lo scopo, naturalmente, è quello di eliminare dalla vita pubblica ogni forma di "manifestazione" di omosessualità il che include, oltre ai gesti tra individui, anche l’organizzazione di eventi quali il Pride.
Il promotore delle norme in questione tiene a precisare che non è sua intenzione né del suo partito mandare gli omosessuali al confino, ma solo di reprimerli e impedire che fuori dalle mura domestiche possano comportarsi in maniera spontanea e naturale. Se le leggi dovessero essere approvate, ovviamente, sarebbero costretti a chiudere i battenti anche tutti i luoghi di ritrovo gay come bar, discoteche e locali vari, oltre ad essere abolita la libertà di espressione, di parola e di manifestazione per le associazioni e le persone lgbt.
Nell’ottica del partito di estrama destra, in questo modo si eliminerebbe l’omosessualità dai possibili modelli cui le giovani generazioni possono ispirarsi. Oltre agli omosessuali, sono oggetto delle invettive e delle campagne di odio di Jobbik anche i Rom e gli stranieri in generale: un copione comune a tutti i partiti di estrema destra europei che, però, negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede. L’Ungheria, però, nonostante abbia modificato la costituzione per vietare le nozze tra persone dello stesso sesso, ha legalizzato le unioni civili con una modifica del codice approvata a febbraio del 2010.
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