E’ arrivato all’attenzione della Corte Costituzionale il caso del doppio cognome per le coppie dello stesso sesso unite civilmente.
Due uomini assistiti da Rete Lenford, infatti, avevano scelto nel 2016 un cognome comune, prima annotato sugli atti di nascita e i documenti, e poi cancellato d’ufficio. Questo perché nel decreto ponte del 2016, subito dopo l’approvazione della legge Cirinnà, le coppie che si erano unite potevano prendere il doppio cognome, con relativa modifica della scheda anagrafica. Con i decreti attuativi del gennaio 2017 è invece scomparsa la variazione, per cui i figli delle coppie dello stesso sesso non possono adottare il cognome comune delle madri o dei padri.
La questione arrivata oggi fino alla Consulta è stata sollevata dal Tribunale di Ravenna e riguarda una coppia di uomini assistiti dall’associazione Rete Lenford — Avvocatura per i diritti Lgbt. Il loro ricorso, come riportato dal Corriere della Sera, rientra in una serie di azioni legali legate proprio alla questione del doppio cognome, per opporsi a quello che Rete Lenford ritiene «un colpo di mano» portato avanti dal Governo attraverso i decreti, irrispettoso nei confronti del testo della legge e del diritto all’identità personale delle coppie gay e lesbiche.
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Che pasticcio che s'è venuto a creare. Tra l'altro, invece di mettersi a creare questa cosa del cognome comune, in cui il cognome di uno dei due partner viene elevato a cognome della coppia e aggiunto a quello dell'altro partner, era decisamente più sensato ricalcare la regola che vale per il matrimonio rendendola compatibile con l'identicità di sesso. Sarebbe stato anche più egualitario; non si capisce infatti perché uno dei cognomi debba valere più dell'altro. Bastava stabilire, molto semplicemente, che ciascuna delle parti dell'unione civile avesse il diritto di aggiungere al proprio cognome quello dell'altra parte e conservarlo in caso di morte della stessa. Punto.
troooooppo semplice, ti pare?