E’ l’Huffington Post a lanciare poco fa l’allarme, ma bastava vedere i telegiornali e le buone – secondo alcuni – notizie relative alla riforma del Senato per capire che è ormai probabile lo slittamento delle Unioni Civili, che la combattiva relatrice Monica Cirinnà e l’agguerrito Senatore Sergio Lo Giudice, per anni presidente nazionale di Arcigay, volevano assolutamente far approvare dal Senato entro metà aprile.
Solo un “miracolo parlamentare” come dicono alcuni, o un cambio improvviso degli scenari politici secondo altri, può infatti salvare il ddl sulle Unioni Civili da un ennesimo slittamento. Per Matteo Renzi, infatti, la priorità assoluta è la riforma del Senato, sulla quale l’intesa con l’Ncd – a differenza delle unioni civili – è ampia, mentre le difficoltà sul testo di legge Cirinnà sono note ed esplose nella presentazione degli oltre 1200 emendamenti ostruzionistici da discutere e votare. E così, tra riforma del Senato e legge di stabilità, è ormai probabile che il ddl Cirinnà slitti ulteriormente.
La conferma arriva indirettamente dal Senatore Andrea Marcucci, tra quelli che hanno in mano il calendario del Senato, interpellato telefonicamente da Gay.it: “Per il Pd superare l’ostruzionismo ed approvare le unioni civili è una priorità assoluta. Abbiamo detto che la legge sarà approvata entro la fine dell’anno: manterremo l’impegno“. I tempi rimangono quelli di fine anno, quindi, ma non secondo il calendario che la stessa Monica Cirinnà si era immaginata e per il quale si era battuta.
La notizia di oggi pomeriggio, infatti, è che la decisione di Matteo Renzi ed in particolare di Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali, è quella di forzare i tempi anche sulla minoranza del PD e portare la Riforma del Senato quanto prima in aula per la sua discussione ed approvazione. Ma se anche la riforma del Senato dovesse andare in Aula tra il 21 e il 22 settembre, i tempi per le unioni civili resterebbero “risicatissimi”, come ha spiegato ad Huffpost Sergio Lo Giudice, senatore Pd: del resto, sarebbe a quel punto inevitabile perdere almeno due o tre settimane.
“Non appare probabile che il disegno di legge vada in Aula prima del 15 ottobre“, ha già messo in chiaro Francesco Nitto Palma (Fi), presidente della commissione Giustizia del Senato che sta esaminando le migliaia di emendamenti al testo della relatrice Cirinnà. I toni perentori di Renzi sulla riforma Boschi, dunque, non trovano una uguale forza sul tema delle unioni civili, anche se il leader Pd ha assicurato ai militanti riuniti il 6 settembre al suo comizio alla festa dell’Unità di Milano che “chiuderemo presto anche sulle unioni civili”. Che poi il calendario sia nelle mani di Maria Elena Boschi – la stessa che una settimana fa visitò e fece promesse al Padova Pride Village – ce lo conferma in un laconico messaggio serale la stessa Monica Cirinnà.
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