Papa Francesco ha commissionato uno studio in cui emerge il bisogno di prestare più “attenzione pastorale” alle unioni omosessuali da parte della congregazione per la Dottrina della fede.
Tutto nasce dalla Pontificia Commissione biblica, che ha dato vita ad una lettura antropologica della Bibbia. In 4 capitoli di oltre 300 pagine, editi da Lev con il titolo Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica, si affronta anche il tema dell’omosessualità, come riportato da LaRepubblica, con sorprendenti conclusioni.
Si ribadisce infatti che “l’istituzione matrimoniale, costituita dal rapporto stabile tra marito e moglie, viene costantemente presentata come evidente e normativa in tutta la tradizione biblica“, e che non esistono “esempi di unione legalmente riconosciuta tra persone dello stesso sesso“, ma vengono registrate anche tutte quelle voci che rivendicano accoglienza “dell’omosessualità e delle unioni omosessuali quale legittima e degna espressione dell’essere umano“.
Da qualche tempo, in particolare nella cultura occidentale, si sono manifestate voci di dissenso rispetto all’approccio antropologico della Scrittura, così come viene compreso e trasmesso dalla Chiesa nei suoi aspetti normativi. Tutto questo è giudicato come il semplice riflesso di una mentalità arcaica, storicamente condizionata. Sappiamo che diverse affermazioni bibliche, in ambito cosmologico, biologico e sociologico, sono state via via ritenute sorpassate con il progressivo affermarsi delle scienze naturali e umane; analogamente – si deduce da parte di alcuni – una nuova e più adeguata comprensione della persona umana impone una radicale riserva sull’esclusiva valorizzazione dell’unione eterosessuale a favore di un’analoga accoglienza della omosessualità e delle unioni omosessuali. Di più si argomenta talvolta che la Bibbia poco o nulla dice su questo tipo di relazione erotica, che non va perciò condannata, anche perché spesso indebitamente confusa con altri aberranti comportamenti sessuali. L’esame esegetico condotto sui testi dell’Antico e del Nuovo Testamento ha fatto apparire elementi che vanno considerati per una valutazione dell’omosessualità, nei suoi risvolti etici. Certe formulazioni degli autori biblici, come le direttive disciplinari del Levitico, richiedono un’intelligente interpretazione che salvaguardi i valori che il testo sacro intende promuovere evitando, dunque, di ripetere alla lettera ciò che porta con sé anche tratti culturali di quel tempo. Sarà richiesta un’attenzione pastorale, in particolare nei confronti delle singole persone, per attuare quel servizio di bene che la Chiesa ha da assumere nella sua missione per gli uomini.
Dopo il via al segreto pontifico sugli abusi dei preti pedofili voluto da Papa Bergoglio, un’altra possibile svolta all’ombra del Cupolone. D’altronde è decisamente assurdo, per non dire ridicolo, rifarsi ancora oggi al Levitico per attaccare le coppie LGBT, perché “le situazioni culturali del tempo antico non sono le nostre“.
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Arrivano sempre un filino in ritardo a vedere quello che li circonda ! Se vogliamo limitarci al lato religioso , da tempo Chiese Luterane e Anglicane hanno riconosciuto e celebrato i matrimoni paritari. D'altro canto hanno rivalutato Galileo solo qualche decennio fa.