Via il segreto pontifico sugli abusi: svolta epocale contro la pedofilia in Vaticano

Una riforma che permetterà più trasparenza nei procedimenti e giustizia per tutte le vittime.

papa abusi
2 min. di lettura

Il muro che proteggeva i preti pedofili è stato abbattuto. Ora non potranno più nascondersi all’ombra del Vaticano, ma dovranno affrontare i processi civili per le tante denunce registrate nel corso degli anni. Con l’abolizione del segreto pontificio sui procedimenti riguardanti gli uomini di chiesa, le vittime potranno finalmente avere giustizia. E i responsabili, una pena adeguata. Una vera svolta, che si aspettava da troppi anni. Come troppe sono state le vittime che in quasi ogni parte del mondo hanno avuto il coraggio di denunciare gli abusi. 

Oltre a eliminare il segreto pontificio, Papa Francesco ha voluto estendere la detenzione e la diffusione di materiale pedo-pornografico di ragazze e ragazzi fino ai 18 anni. Fino ad oggi il limite massimo era di 14 anni. Grande e significativa apertura poi alla magistratura degli altri Paesi: il Vaticano indica infatti la più totale trasparenza, come recita il punto a riguardo: “Il segreto d’ufficio non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché alla esecuzione delle richieste esecutive delle autorità civili“. Eliminato poi l’imposizione del vincolo di silenzio. 

Riforma per il Vaticano dopo l’eliminazione del segreto pontificio sugli abusi

Una riforma voluta fortemente da Papa Francesco, per dare un’immagine nuova alla Chiesa.

Per non parlare dal lato del mondo LGBT. I continui abusi hanno causato non pochi problemi in Vaticano, e non solo da preti e seminaristi, poiché le denunce coinvolgono anche cardinali, come è stato per George Pell. Era stato lui a confermare che l’omosessualità esiste, ma che è un “attività sbagliata e crediamo che per il bene della società non dovrebbe essere incoraggiata“. Mentre dipingeva l’omosessualità come “rischio per la salute molto più grande del fumo“, il cardinale da febbraio di quest’anno è a processo con cinque capi d’accusa, tra cui stupro e sesso orale con due minorenni sotto i 13 anni per un totale di 50 anni di reclusione. In tutto questo, il Vaticano era rimasto in silenzio.

L’ex cardinale Pell è solo uno dei tanti casi di abusi su minori. Tanti casi che ora, forse, otterranno giustizia.

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