Mentre gli esponenti di Gayleft, che hanno scritto la lettera alla quale ha fatto seguito la riposta di Veltroni, si dicono soddisfatti per l’apertura del candidato leader del Partito democratico, c’è chi reputa insoddisfacente la lettera di Veltroni.
«Il sindaco di Roma, che amabilmente discute sulla prima pagina dell’Unità con la parte del Movimento Glbt schierata in suo favore con il Pd, non dice il perchè la sua città ha sempre rifiutato di costituire il registro delle unioni civili, in questo superata persino dalla leghista Milano e da tanti capoluoghi nazionali». Lo afferma il senatore del gruppo Verdi-Pdci Gianpaolo Silvestri. «Veltroni si mantiene come sempre sull’ovvio e sul dovuto: ci mancherebbe altro che non fosse contro le discriminazioni e contro la violenza sessuale! I suoi precisi impegni risultano essere la solita aria fritta: nulla sulla legge antidiscriminatoria in relazione all’orientamento sessuale e assolutamente il vuoto per quanto attiene i diritti dell’affettività e dell’unione socialmente riconosciuta degli omosessuali. Non a caso il sindaco di Roma, Walter Veltroni, parla di diritti delle persone all’interno delle unioni civili, andando incontro così alla corrente Teodem che, non per niente, è tra i suoi più entusiasti sostenitori.
D’altronde non ci si poteva aspettare di piu’ da chi scopre l’importanza dell’uso del profilattico in Africa e poi lo dimentica sulle sponde del Tevere». «Spiace -conclude Silvestri- che gli amici di Gayleft, dopo tanti anni e dopo il milione di persone del Pride, ancora inseguano trailer cinematografici, sapendo già che il film non corrisponderà alla pubblicità».
«La risposta di Walter Veltroni è sicuramente un gesto importante – si legge in un comunicato di Arcigay -. Soprattutto se collocata in un quadro di riferimento che indica un’evidente esaltazione del contenitore PD di cui però i contenuti rimangono misteriosi. La risposta data è articolata e si riassume con l’impegno ad adoperarsi per l’approvazione del pacchetto antiviolenza, in discussione alla commissione giustizia della Camera, e di un provvedimento sulle Unioni Civili, di cui invece l’iter è fermo al Senato.» Ma Arcigay aggiunge che «da Prodi e da Fassino abbiamo ricevuto negli ultimi anni tanti attestati di sostegno, lettere pubbliche, impegni solenni, scuse formali. Tutti atti che sono stati smentiti dall’attività del Governo e del Parlamento. Non sottovalutiamo che Walter Veltroni, a differenza di Rosy Bindi, notoriamente omofoba e di Enrico Letta abilmente indifferente, abbia voluto spendere il suo personale impegno su un tema non unificante dentro il nascente partito democratico. Ma manteniamo una lucida e ferma diffidenza di fondo. Solo quando le nostre vite non saranno più offese da una politica sorda e avversaria, si potrà riaprire un sereno e necessario confronto».
«Nella risposta di Veltroni le questioni spinose – afferma Franco Grillini -, come ad esempio il matrimonio di omosessuali e lesbiche (riconosciuto in numerosi paesi europei), sono eluse. Veltroni si esprime, sia sui Cus che sull’approvazione della legge sulla violenza, e le intenzioni ci paiono buone, ma, a tutt’oggi, mancano i fatti. In particolare – continua il deputato di Sinistra Democratica – ci aspettiamo che il Pd dica con chiarezza che è contrario ad ogni scorporo del pacchetto Governativo contro la violenza, e che si adopererà per una rapida approvazione con la richiesta al Governo della corsia preferenziale per il provvedimento.
Lo stesso discorso vale per i Cus in discussione al Senato: se si è favorevoli al progetto di legge, si deve essere favorevoli, ad un rapido esame in sede parlamentare che possa portare il disegno elaborato dalla Commissione giustizia ad un voto entro quest’anno.
Quando si è leader di una grande forza politica – conclude Grillini- si deve parlare soprattutto con i fatti, e nei prossimi mesi Veltroni avrà l’opportunità di dimostrare nel concreto se alle sue parole corrisponderanno dei fatti concreti, o se si tratta soltanto di propaganda.»
«La lettera di Walter Veltroni oggi su L’Unità – afferma Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, che proprio nella sua lista è candidato all’Assemblea Nazionale, nel collegio di Pisa – è molto chiara: da un lato il nuovo Partito Democratico – frutto dell’incontro di una cultura laica e di sinistra con quella del cattolicesimo democratico italiano – non starà sulle barricate né dell’anticlericalismo esasperato né del fondamentalismo laico a senso unico.
Le ideologie preconcette non portano a niente, tanto meno a far cambiare idea a questa classe politica sulla necessità di legiferare su temi delicati come quelli del riconoscimento delle coppie di fatto, anche dello stesso sesso.
Dall’altro il nuovo PD è schierato senza ambiguità sulle tematiche gay: dal sostegno ai DICO-CUS – che Veltroni ha recentemente ribadito – alla necessità di leggi e buone pratiche amministrative contro le discriminazioni e l’omofobia».
«All’amico senatore Silvestri – continua De Giorgi – si può dire che ognuno si impegni a risolvere i problemi in casa sua: noi a far sì che nel nuovo PD i temi lgbt siano presenti ed abbiano risposte chiare e il più possibile condivise dal partito, lui a far sì che nella manifestazione del 20 ottobre della Sinistra Radicale sia ribadita la necessità che l’Unione rispetti il programma in tema di coppie di fatto, perchè a quel che ci risulta così non è.
Nessuno, quindi, vede "trailer cinematografici": semplicemente non crediamo più che lo scontro ideologico risolva i problemi di questo paese, diritti di gay e lesbiche compresi».
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