L’11 maggio si aprirà l’Onda Pride 2019. E sarà Vercelli a sfilare per prima in Italia, per la prima volta nella storia della città. Il Vercelli Pride però sarà particolare, perché ha voluto includere anche i migranti e i richiedenti asilo della comunità LGBT. L’evento è stato intitolato difatti “A Braccia Aperte”, in segno di accoglienza e inclusione. La presentazione è avvenuta la settimana scorsa all’interno del palazzo della Provincia. Erano presenti Giulia Bodo, presidente di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, il suo vice Gabriele Mananchino, e Kennedy Omokegbe, il portavoce dei rappresentanti di colore del gruppo rifugiati Lgbt.
“Sarà una giornata di festa per tutti, espressione della massima libertà personale e sarà il primo Pride dedicato in particolare ai diritti dei migranti Lgbti+ che nei loro paesi sono perseguitati, uccisi e discriminati. Inoltre, almeno al momento, il Vercelli Pride è il primo ad aprire le celebrazioni dai 50 anni dei moti di Stonewall” hanno spiegato.
Due colori in più alla bandiera del Vercelli Pride
Vista l’idea di includere anche i migranti Lgbt, gli organizzatori della parata hanno deciso di aggiungere due colori alla celebre bandiera rainbow. Il nero e il marrone si aggiungeranno ai colori dell’arcobaleno, per dimostrare l’apertura della città. Secondo Giulia Bodo, la scelta è dovuta anche al fatto che in molti Paesi le persone omosessuali vengono perseguitate, in alcuni casi arrestate e perfino condannate a morte. In altri Paesi, senza andare troppo lontano, sono considerati dei cittadini di serie B. Conclude, poi, spiegando che “Il Pride è l’espressione della massima libertà di pensiero e per questo invitiamo tutte le persone che hanno a cuore la libertà a prendere parte alla giornata di festa“.
La parata sarà anticipata da una settimana di eventi che comprendono cineforum, apertivi, incontri e dibattiti. Si concluderanno appunto con la marcia di sabato 11 maggio da piazza Roma. Alla sera, invece, la settimana del Vercelli pride si concluderà con un concerto in piazza Cavour.
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