Una violenta aggressione omofoba, probabilmente a sfondo neonazista, si è consumata ieri in un locale gay del centro di Mosca dove una settantina di gay e lesbiche si erano ritrovati per celebrare la Giornata del Coming Out. Improvvisamente un gruppo formato da una ventina di uomini con le teste rasate e vestiti di nero, ha fatto irruzione dentro il "7Free Day", minacciando con delle pistole gli uomini della sicurezza che erano all’ingresso.
Al grido di "avete ordinato una rissa?" i 20 hanno iniziato a distruggere tutto quello che si trovavano davanti e a picchiare i partecipanti alla festa, accanendosi con particolare ferocia sulle ragazze. A una ragazza sono stati rotti gli occhiali da vista e un’altra è stata colpita alla testa con dei calci, ma un ragazzo è finito in clinica oculistica per le conseguenze di un lancio di acido sugli occhi. Altri partecipanti, invece, sono dovuti ricorrere alle cure mediche per essere stati colpiti alla testa con le bottiglie.
La polizia è arrivata sul luogo dell’aggressione solo dopo un’ora, ma nessuno è stato arrestato, perché l’aggressione si è consumata nel giro di cinque minuti. Una sorta di azione lampo che sembrerebbe essere stata premeditata e ben programmata. A supportare questa teoria ci sarebbe la testimonianza di alcuni presenti secondo i quali, poco prima dell’irruzione nei locali, sarebbero stati visti aggirarsi nei dintorni due persone a fare da palo, quasi ad aspettare il momento giusto per entrare.
Un attacco simile, secondo le vittime, avrebbe avuto luogo anche presso il club "Charme" in via Dubininskaya.
L’episodio conferma il periodo di particolare recrudescenza omofoba che la Russia sta vivendo, testimoniato, tra l’altro, dalle recenti leggi che condannano "la propaganda omosessuale", la denuncia contro Madonna per le posizioni a favore delle persone lgbt espresse durante il concerto di San Pietroburgo e i continui appelli della comunità ortodossa perché vengano messi al bando i locali gay, solo per citare i fatti più eclatanti.