Morto lo scorso anno all’età di 87 anni, Walter Mercado è stato prima ballerino, poi attore da telenovela e infine astrologo, nato a Puerto Rico ma idolatrato in tutti gli USA e il Sud America.
Su Netflix si trova da pochi giorni Mucho Mucho Amor: La Leggenda di Walter Mercado, documentario celebrativo che ripercorre l’incredibile carriera di questo uomo gentile dai lineamenti androgini, icona LGBT che ha stravolto norme e forme tra gli anni ’70 e ’90, diventando una sorta di divinità latina. Attore di soap opera, Mercado si ritrovò quasi per caso a parlare di astrologia in tv, nel 1969, come tappabuchi per un ospite mancante, con un mantello bianco da supereroe e il volto truccato. Fu colpo di fulmine. Da allora Mercado è diventato il volto dell’astrologia delle Americhe, arrivando a parlare ad oltre 120 milioni di telespettatori al giorno. Con i suoi mantelli stracolmi di gioielli e lustrini, la cofana da vecchia signora, i lineamenti gentili, le tuniche firmate, il trucco importante, i ritocchini estetici mai negati. Tra gli anni ’70 e ‘2000, Mercado era ovunque. In tv, in radio, sui giornali, on line. I suoi oroscopi, sempre positivi e volutamente incentrati sul diffondere pace e amore, sono diventati un punto di riferimento per intere generazioni, andando inevitabilmente ad abbracciare le immancabli beghe legali, tra agenti assetati di denaro e sfiancanti processi. “Mucho Mucho Amor“, saluto con cui chiudeva tutti i suoi show, è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica.
Estremamente legato alla propria privacy, Mercado non ha mai fatto coming out, ma è chiaro come la sua semplice presenza, il suo personaggio, parlasse da sè. “A Puerto Rico ciò che si sa non si deve dichiarare”, recita un vecchio detto del Paese, ma Walter ha comunque dovuto resistere all’immancabile omofobia. Sketch televisivi chiaramente denigratori hanno accompagnato il suo travolgente successo, con il fidato assistente al suo fianco per decenni (“Ma non ci siamo mai sfiorati neanche con un dito!“), insieme alle adorate nipoti. Una famiglia che ha accudito Walter fino all’ultimo dei suoi giorni, arrivato meno di un anno fa a pochi mesi da quella mostra celebrativa con cui Miami, lo scorso anno, ha voluto festeggiare i suoi 50 anni di show business. Non aveva paura di morire, Mercado, perché certo di reincarnarsi, prima o poi, ma soprattutto perché perennemente felice di esistere, di esserci, di far del bene per gli altri.
Il documentario Netflix diretto da Cristina Costantini e Kareem Tabsch pennella i lineamenti di un mito gentile del tubo catodico riuscito ad esplodere persino sul web, con centinaia di gif ideate da quei millennials che non l’hanno mai visto in tv, attraverso incredibili filmati d’epoca e le più recenti immagini di Walter, rimasto a stretto contatto con le telecamere fino a pochi mesi dalla morte. Un Liberace dell’astrologia venerato persino da Lin-Manuel Miranda, 40enne portoricano autore di Hamilton nonché vincitore di 3 Tony Awards, 2 Grammy e un Pulitzer, cresciuto proprio con gli show di Walter, da vedere in rispettoso silenzio insieme alla nonna, e un anno fa in lacrime, al suo cospetto, intimidito da cotanta grandezza.
Per noi italiani Walter Mercado è un nome pressoché sconosciuto, ma è proprio qui che il progetto Netflix si fa ipnotico, perché in grado di dare il meritato risalto ad un personaggio che un centinaio di milioni di persone in tutto il mondo ha ascoltato per decenni, tutti i giorni, con incredibile e invidiabile rispetto. Cristina Costantini e Kareem Tabsch sono già al lavoro sull’eventuale adattamento del doc in biopic cinematografico, con lo stesso Mercado che aveva ‘scelto’ il suo alter-ego su grande schermo: Timothée Chalamet. Troppo giovane? “Walter sceglierebbe sempre la giovinezza e la bellezza sopra ogni altra cosa“, ha replicato il produttore Alex Fumero. In attesa dell’annunciata reincarnazione, al divo di Chiamami col tuo nome l’arduo compito di riportare in vita il mitologico Mercado.
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