Uno dei colossi cinesi della tecnologia di ultima generazione ha firmato un accordo per acquistare una partecipazione di controllo nella società che gestisce Grindr, la più popolare app di social-networking gay del mondo. La Beijing Kunlun Tech Co., una azienda cinese che sviluppa giochi su Internet, ha infatti offerto la bellezza di 93 milioni di dollari per acquistare il 60 per cento di New Grindr LLC: così un portavoce dell’azienda cinese nella dichiarazione che ha fatto stanotte alla borsa di Shenzhen, in Cina, dove la Beijing Kunlun Tech Co. è quotata. Il Presidente della società, Zhou Yahui, è diventato miliardario dopo che la società è stata quotata in borsa l’anno scorso.
Fonti autorevoli dicono sia stato lo stesso Zhou Yahui (nella foto), che secondo Bloomberg ha un patrimonio personale di 1,7 miliardi di dollari, a supervisionare sette proposte di acquisizione, tra cui quella di Grindr. L’aggiunta della più famosa app mobile nella comunità LGBT mondiale amplierà il suo portafoglio di servizi e creerà una importante nuova fonte di entrate, ha dichiarato il portavoce della società, tanto che il titolo azionario è aumentato del 10% ieri in borsa. L’accordo attende comunque la revisione dell’Antitrust da parte del governo degli Stati Uniti.
“Abbiamo fatto questo investimento nella nostra azienda per accelerare la nostra crescita“, ha dichiarato Joel Simkhai (nella foto), fondatore di Grindr. “Rimarrà la stessa Grindr di sempre, ma con un rinnovato senso e soprattutto con risorse aggiuntive.” Grindr, che si autodefinisce il più grande social network gay del mondo, ospita 2 milioni di visitatori al giorno di 196 paesi. L’applicazione mobile è stata lanciata nel 2009 a Los Angeles. Non è chiaro se Beijing Kunlun intende portare Grindr in Cina, dove l’atteggiamento verso l’omosessualità ha subito una trasformazione radicale negli ultimi decenni.
Anche se l’omosessualità non è più illegale in Cina né considerata dal 2001 disturbo mentale e le grandi città hanno scene gay fiorente, vi è una diffusa omofobia nel paese, specie nella immensa provincia, ed il matrimonio omosessuale non è legale e le coppie dello stesso sesso non hanno protezioni legali. Però qualcosa si sta muovendo. Nelle grandi città la “scena gay” si sta sviluppando molto velocemente e, notizia di qualche giorno fa, un ricorso di una coppia omosessuale contro il diniego di sposarsi è stato accettato da un tribunale nella provincia di Hunan, nella Cina centro-meridionale. “In Cina, i tribunali spesso rifiutano i casi politicamente sensibili – ha commentato alla Reuters Maya Wang, una ricercatrice cinese presso l’Human Rights Watch di New York – quindi il fatto che la causa è stata accettata segnali una qualche disponibilità ufficiale per affrontare la discriminazione nei confronti delle persone LGBT, il che è incoraggiante. Avremo però bisogno di attendere se effettivamente Sun vincerà la causa. Se accadrà, sarebbe davvero un momento di svolta per i diritti LGBT in Cina.”
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