Gli amici che attendono il verbo gay in fatto di vestiti, serate, gossip. L’etero che in fondo “con i gay mi diverto di più” e ti fa illusoriamente pensare che accedendo Grindr tu lo possa trovare a pochi metri sotto l’imprevedibile dicitura “curioso”. E ancora, la regina incontrastata del gay friendly: la frociara.
Per Max Morris, dottorando alla Durham University, tutto questo ha un nome: “Gay Capital”.
Secondo lo psicologo inglese l’omosessualità costituirebbe una “forma di privilegio sociale negli ambienti in cui esiste un clima inclusivo e di libertà sessuale”.
I giovani gay intervistati, anziché essere discriminati o derisi per il loro orientamento sessuale, godrebbero di maggiore considerazione nei rapporti sociali. Un cambiamento radicale nelle dinamiche relazionali, che sarebbe conseguenza della messa in discussione dell’identità di genere, a partire dal sacro totem dell’uomo maschile, e dalla mescolanza tra ambienti gay ed etero.
Una ricostruzione che non tiene conto di molti, troppi, aspetti nella vita sociale delle persone LGBT, ma a cui in fondo potrebbe anche farci piacere dare ragione.
E allora potrebbe diventare una moda essere gay, come suggerito dagli Adinolfi di ogni dove? Ragazzini plagiati dalla luminosità di questo “gay capital” a tal punto da essere disposti a trasformarsi in oracoli di scontatezze omosessuali solo per essere le stelline del gruppo?
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In una società ideale del futuro in cui non esistesse più nessuna forma di omofobia (forse su un altro pianeta perchè qui non credo che si riuscirà mai ad estirparla completamente) Max Morris avrebbe sicuramente ragione. Sia dal punto di vista della libertà sessuale, la facilità di fare sesso tra maschi (supponendo anche di aver debellato l'AIDS) non è confrontabile con quella tra etero, ma anche dal punto di vista della relazione, il rapporto tra due persone dello stesso sesso, quando si crea un legame forte, può raggiungere livelli di comunione e condivisione che non ci possono mai essere tra un uomo e una donna.
Io lo boccerei sto dottorando. È come dire che chi ha i capelli biondi o gli occhi verdi cucina meglio. Una visione superficiale e stereotipata dell'omosessualità. Mksembra che col passare del tempo gli psicologi stiano diventando tutti come la psicologa del film di Checco Zalone.