Dopo essere arrivato sempre secondo nei tre anni precedenti, Timo Cavelius, 26enne judoka dichiaratamente gay, ha vinto i campionati nazionali tedeschi di judo a Stoccarda, lo scorso fine settimana.
Cavelius ha conquistato il titolo sconfiggendo il due volte campione tedesco Tim Gramkow nella classe 81 kg. Grazie proprio a questo trionfo, Cavelius punta ora alle Olimpiadi di Parigi del 2024, come rivelato ad Outsports.
Cavelius ha fatto pubblicamente coming out nel 2020, mentre in famiglia ha dichiarato la propria omosessualità all’età di 15 anni. “Un noto tabloid tedesco voleva fare uno scoop sulla mia sessualità“, rivelò in un’intervista del 2020, “ma poiché non ho una storia triste o scioccante da raccontare sul mio coming out, abbandonarono l’idea“. In famiglia Timo è stato da subito accettato. Il coming out da judoka ha invece richiesto più tempo.
“Nello sport, per me l’argomento è stato un tabù per molto tempo”, ha detto alla rivista tedesca Bento. “Non solo perché avevo ripetutamente letto storie orrorifiche sugli atleti che facevano coming out. Nella mia squadra eravamo tutti ragazzi adolescenti che volevano ancora dimostrare la loro mascolinità. Il judo è anche uno sport molto fisico, dopotutto ti lanci a vicenda e sei incredibilmente vicino nel combattimento a terra. Avevo paura che gli altri non mi prendessero più sul serio”.
Poi è arrivata la svolta, grazie ad una terapista.
“Ho avuto una sorta di esperienza cruciale quando ho parlato per la prima volta della mia sessualità con il nostro psicologo dello sport. In realtà, lavoriamo con gli psicologi per sviluppare rituali e apprendere tecniche per ridurre lo stress in combattimento. Quando le ho parlato della mia omosessualità, non ha cercato di spingermi in nessuna direzione, ma ha chiarito che la scelta era interamente mia. Ed era vero: potevo decidere da solo come affrontare questa faccenda. La paura di fare coming out veniva da me, l’avevo superata con amici e famiglia. Il mio coming out ‘pubblico’ con i miei compagni è stato più o meno una reazione istintiva: ho semplicemente fatto un post su Facebook in cui ho chiarito i rumor. “Sì, sono gay, ma questo non cambia chi sono”. “Certo, avevo paura di come avrebbero reagito i miei compagni di squadra. Ma a parte le classiche domande “Come stai?”, sono stati tutti molto carini”.
Cavelius non si considera un attivista e vuole che siano le sue gare di judo a parlare per se, ma ha comunque un messaggio da inviare alle persone che fanno ancora fatica a fare coming out.
“Non voglio incolpare altri ragazzi gay per i loro problemi, ma continuo a pensare che molte persone si spaventino all’idea di fare coming out. Nel momento in cui ho preso in mano il mio destino, non mi sarebbe mai potuto succedere niente. Che sia molto chiaro: oggi non c’è più spazio per l’omofobia, nemmeno nello sport professionistico”.
Se Cavelius riuscisse a partecipare alle Olimpiadi di Parigi il prossimo anno, diventerebbe il primo olimpionico maschio apertamente gay di judo della storia olimpica. A Tokyo hanno invece partecipato nove donne judoka LGBTQ.
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