Denis e Gianluca, la loro unione sbeffeggiata dalla burocrazia romena: “Ci hanno riso in faccia” – INTERVISTA

Scegliere l'abito, visitare le location, accordarsi con il catering. C'è da inviare gli inviti, comprare gli anelli... E invece no.

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Denis (sinistra) e Gianluca si sono visti rifiutare il nulla osta all'unione civile dal consolato romeno a Milano
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Scegliere l’abito, visitare le location, accordarsi con il catering. C’è da inviare gli inviti, comprare gli anelli…

Denis Garbea e Gianluca Marini convivono da due anni a Gallarate, in provincia di Varese, ed hanno cominciato a pianificare la loro l’unione civile già l’anno scorso. Entrambi sono pronti a compiere il primo passo verso nuovo, entusiasmante capitolo della loro vita insieme.

Il loro progetto a breve termine è ben delineato: acquistare una casa entro la fine dell’anno, ma soprattutto varcarne la soglia per la prima volta come marito e marito. La notizia viene accolta con gioia in famiglia, e le testimoni d’onore saranno proprio le mamme dei due ragazzi.

È impossibile non farsi coinvolgere dal racconto di questi due giovani pieni di entusiasmo e con lo sguardo proiettato verso il futuro, costretti però ben presto a scontrarsi con una realtà cruda, ma inevitabile: per la comunità LGBTQIA+, esistere a livello istituzionale è una lotta continua.

La Romania, paese natale di Denis, non riconosce infatti le unioni civili tra persone dello stesso sesso, nonostante le continue pressioni dell’Unione Europea.

Ed è proprio dal consolato romeno che Denis deve ottenere il nulla osta per sposare Gianluca in Italia, una procedura standard per ogni cittadino straniero che desidera contrarre matrimonio nel nostro paese, ma che per questa coppia di ragazzi si è trasformata presto in un vero incubo. 

 

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INTERVISTA

Noi siamo partiti dalla fine, ma ci piacerebbe conoscere l’inizio della vostra storia d’amore. Potete raccontarcelo?

La nostra storia è iniziata da un colpo di fulmine, quasi come in un film. Ci conoscevamo già da tempo attraverso i social, ma vivendo io a Milano e lui in Puglia, eravamo distanti. Sono originario anch’io della Puglia e, da quando mi sono trasferito a Milano, circa 8 o 9 anni fa, tornavo giù ogni 2 o 3 mesi per vedere la mia famiglia: mia madre, mia sorella, mio cognato e il mio nipote.

Ero appena uscito da una relazione e, durante una di queste visite, mi sentivo un po’ giù. Anche lui aveva terminato una storia. Così, un giorno, gli ho proposto di andare a ballare per distrarci, un’uscita nata come un momento di amicizia. Ma da quella serata è scoccata la scintilla.

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Dopo aver chiacchierato per un po’, gli ho detto che l’avrei portato a Milano. Il giorno seguente, sorpreso dalla mia affermazione, mi ha chiesto se fosse solo un modo di dire. Gli ho assicurato che era serio, gli ho proposto di vederci per un drink a Brindisi il giorno prima della mia partenza.

Durante quell’incontro, gli ho detto che non volevo partire da solo e l’ho invitato a viaggiare con me. Così, il giorno dopo, siamo partiti insieme per Milano, in modo del tutto spontaneo e inaspettato.

Ora sono passati più di due anni da quel momento, precisamente due anni e tre mesi. Abbiamo preso casa insieme, e viviamo con i nostri due gattini e due cagnolini. Lavoriamo entrambi, stiamo bene, e così…

…e così cominciate a pensare all’unione civile.

Abbiamo deciso che nel 2024 avremmo acquistato casa tramite mutuo. Prima di questo passo importante, abbiamo optato per celebrare la nostra unione civile, completando così l’ultimo tassello della nostra vita insieme. Con i nostri animali, che consideriamo come figli, e entrambi con lavori stabili, abbiamo pensato che fosse il momento giusto per unirci ufficialmente prima di entrare nella nostra nuova casa, già come coppia sposata.

Alcuni mesi fa, abbiamo iniziato a pensare seriamente all’unione civile. Con la proroga del bonus under 36, abbiamo visto un’opportunità perfetta per acquistare casa quest’anno. Avevamo già in mente di sposarci, e abbiamo quindi deciso di fissare la data quest’anno.

Già l’anno scorso avevo fatto la proposta di matrimonio, ma avevamo deciso di aspettare per questioni di budget. Ora, dopo aver messo da parte i soldi necessari, abbiamo scelto di celebrare il nostro matrimonio a settembre.

Abbiamo comunicato la nostra decisione alle nostre madri, che saranno le nostre testimoni. Mi sono informato presso il comune per le pratiche necessarie. Essendo cittadino italiano, mi è stato detto che bastava compilare il modulo sul sito del comune e presentarlo con il documento di identità e il codice fiscale.

Il mio partner non aveva ancora ottenuto la cittadinanza italiana, ma ci avremmo dopo l’unione civile, dato che risiedeva in Italia da 18 anni.

Dopo aver raccolto tutte le informazioni, ho contattato il Comune di Gallarate, che mi ha confermato la necessità solo del nulla osta per il mio partner, del suo documento di identità italiano e del codice fiscale.

Da quel momento, sono cominciati i problemi…

Eravamo entusiasti per il nostro futuro insieme; lui cercava abiti mentre io esploravo location per l’unione civile. Non avremmo mai immaginato di incontrare ostacoli lungo il percorso.

A fine dicembre, abbiamo seguito la procedura sul sito del consolato romeno per ottenere il nulla osta. Dovevamo portare vari documenti, tra cui carte d’identità, codici fiscali, e certificati di nascita. Il sito non menzionava nulla che potesse far presagire problemi nell’ottenimento del documento.

Il 3 gennaio, ci siamo recati al consolato romeno a Milano, da Gallarate, dove abitiamo. Entrati con entusiasmo e serenità, la situazione è rapidamente cambiata. Denis, parlando in romeno, ha chiesto il nulla osta per l’unione civile in Italia. L’impiegato del consolato ci ha riso in faccia. 

Io, un po’ più navigato in questioni burocratiche, ho cercato di intervenire quando l’impiegato ha rifiutato di rilasciare il nulla osta, che però ci ha detto che per loro l’unione tra due uomini non esiste. Ci hanno detto che è impensabile che loro potessero emettere un certificato con i nomi di due uomini.

L’impiegato del consolato, vedendo il mio crescente disappunto, ha consultato un altro collega, continuando a ridere. Ci siamo sentiti umiliati, è stato doloroso, in quel momento io cominciavo seriamente ad agitarmi.

Dopo molta insistenza, ci hanno rilasciato un documento che certificava solo i dati anagrafici di Denis, come il nome dei genitori e il luogo di residenza. Documento che potevo produrre io senza bisogno di andare in consolato, che però non è sufficiente per l’unione civile. È stato un contentino per placarmi, ma di fatto è completamente inutile. 

Alla fine, ci saremmo accontentati anche solo di un documento che attestasse che Denis non fosse sposato in Romania, una sorta di certificato di stato libero che avrebbe permesso di contrarre matrimonio in un altro paese. Poi da lì ci saremmo anche potuti arrangiare magari.

Non abbiamo intenzione di sposarci in Romania né tanto meno di andarci a vivere, che problema crea a loro? Nonostante le nostre ragionevoli richieste, l’impiegato si è comunque messo di traverso.

State cercando assistenza legale? Vi siete rivolti a qualche associazione o rete di supporto per tentare di risolvere la situazione?

Dopo l’incontro frustrante al consolato, abbiamo deciso di non arrenderci. Abbiamo contattato diverse associazioni, cercando supporto e possibili soluzioni alternative al rilascio del nulla osta. Siamo consapevoli che la nostra situazione non è unica e che molte altre coppie potrebbero trovarsi di fronte a sfide simili nel futuro.

Siamo determinati a trovare una via d’uscita, ma siamo anche consci del fatto che non tutti hanno la nostra stessa forza e resilienza. Alcuni potrebbero arrendersi di fronte a tali ostacoli, mentre altri potrebbero rimanerne così profondamente feriti da perdere la speranza. Non tutte le persone affrontano le difficoltà nello stesso modo; per alcuni, la lotta può essere troppo pesante.

La nostra battaglia, quindi, non è solo per noi, ma anche per coloro che potrebbero non avere le risorse o il coraggio di combattere. Vogliamo creare un percorso più agevole per le coppie che in futuro si troveranno ad affrontare le stesse difficoltà, cercando di garantire loro la possibilità di realizzare il proprio sogno di unione civile senza dover affrontare ostacoli ingiustificati.

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