In una sentenza del maggio di quest’anno, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva esortato la Romania ad allinearsi con le direttive europee in ambito di riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso.
Dopo mesi di silenzio da parte delle istituzioni, il Primo Ministro romeno, Marcel Ciolacu, aveva liquidato la questione sostenendo che le unioni civili non rientravano nelle priorità urgenti del suo governo, e che la società romena non fosse pronta ad accettare un cambiamento socioculturale così profondo. Tuttavia, i dati raccontano una storia molto diversa.
Un sondaggio del 2021 condotto da ACCEPT – prominente organizzazione per i diritti LGBTQIA+ a livello europeo – ha rivelato che una significativa maggioranza dei romeni (71%) ritiene che il riconoscimento legale dei matrimoni civili tra persone dello stesso sesso non avrebbe alcun impatto sulla loro vita, suggerendo che la società potrebbe essere più aperta al cambiamento di quanto percepito dai leader politici.
Nonostante l’omosessualità qui sia stata depenalizzata nel 2001 – con un significativo ritardo rispetto a molti altri paesi europei – il paese continua a mostrarsi riluttante nel prendere seriamente in considerazione la questione LGBTQIA+.
In risposta alle posizioni del governo – che nel 2022 aveva addirittura avanzato una proposta di legge sulla cosiddetta propaganda gay, simile a quello di Russia e Ungheria – numerosi gruppi di attivist*, tentano di fare pressioni sui decisori politici.
Una nuova petizione avviata da ACCEPT ha già raccolto l’adesione di trentacinque gruppi, con un testo che enfatizza la necessità di riconoscimento e protezione legale per tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro composizione, e che sollecita nel contempo governo e il parlamento rumeni a fornire soluzioni concrete, seppur temporanee, per le situazioni di vita reale dell* cittadin* LGBTQIA+.
Il percorso verso l’uguaglianza in Romania è costellato di sfide. Sette proposte legislative per modificare le unioni civili, al fine di includere le coppie dello stesso sesso, sono state finora respinte o non hanno superato i comitati parlamentari.
Il paese si avvicina a un anno cruciale. Oltre alle elezioni europee del giugno 2024, in Romania ci saranno le elezioni presidenziali a fine 2024, e anche qui il partito di estrema destra AUR cresce in popolarità nei sondaggi. Se in Romania dovesse vincere l’ultraconservatorismo, un eventuale regolamento per le unioni civili si allontanerebbe più che mai.
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