TikTok ci riduce a conigli intrappolati nella tana, manipola la salute mentale di minori e giovani, e crea dipendenza: l’Unione Europea apre indagine

Il social controllato dal regime cinese sotto la lente d'osservazione della Commissione Europea. Cosa sta succedendo.

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TikTok Commissione Europea indagine
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Il 19 febbraio, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un’indagine sul social network cinese TikTok riguardante la protezione dei minori. Questa è la seconda procedura avviata in base alle nuove regole europee, seguita a quella di dicembre nei confronti del social network X/Twitter. Nel settembre 2023 avevamo parlato della collaborazione del social cinese con il governo del Kenya per oscurare contenuti LGBTIQ+.

Come già annunciato dal sindaco di New York, anche la Commissione Europea sospetta che TikTok sia progettata per creare dipendenza negli spettatori dei suoi video. L’UE vuole fare luce sugli algoritmi con i quali TikTok crea i cosiddetti “Per te“, che sono i video correlati agli interessi dell’utente, selezionati dal computing del colosso cinese ogni volta che mostriamo un minimo di interesse su un determinato argomento. Nonostante il tono apparentemente leggero che emerge dall’utilizzo di TikTok, la Commissione Europea teme che l’uso eccessivo possa portare a problemi di salute mentale, come la cosiddetta tana del coniglio (rabbit hole effect). Così, anche se ci sentiamo liberi mentre scrolliamo centinaia di video su TikTok, potremmo in realtà essere intrappolati in una sorta di prigione digitale, con conseguenze negative per la nostra salute mentale.

La Commissione Europea è convinta inoltre che TikTok non sia tecnologicamente in grado di oscurare contenuti violenti e/o pericolosi alla vista di minori e considera il blocco di questo tipo di contenuti “non proporzionato ai rischi per i minori, né efficace.

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TikTok ha 134 milioni di utenti mensili nell’Unione Europea, e rischia una multa fino al 6% del fatturato globale (la multa potrebbe dunque superare 1 miliardo di euro).

La Commissione Europea ha dichiarato di aver iniziato un “procedimento formale” per verificare se TikTok, di proprietà del gruppo cinese ByteDance (85,2 miliardi di fatturato nel 2022), abbia violato il nuovo Digital Services Act (DSA).

Cos’è il Digital Services Act (DSA)

Il DSA (Digital Services Act) è una legislazione proposta dall’Unione Europea ed entrata in vigore il 17 Febbraio 2024. Ha l’ambizione di regolare il funzionamento delle piattaforme digitali e migliorare la protezione degli utenti online. Un atto legislativo che mira a stabilire regole chiare e responsabilità per le aziende che forniscono servizi digitali nell’UE, come i social network, i motori di ricerca, i marketplace online e le piattaforme di condivisione di contenuti. Le principali aree di interesse del DSA includono protezione degli utenti, trasparenza e responsabilità, concorrenza e mercato unico digitale, protezione dei minori. Il DSA ha l’ambizione di creare un quadro normativo aggiornato e completo per il settore dei servizi digitali, garantendo che le piattaforme online rispettino norme elevate di sicurezza e protezione degli utenti.

L’indagine promossa dalla Commissione Europea si concentra sulla protezione dei minori, la trasparenza della pubblicità, l’accesso ai dati e la valutazione dei rischi legati al design dell’app, che potrebbe favorire la dipendenza.

Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato Interno e i Servizi, ha sottolineato che TikTok ha una responsabilità speciale nella protezione dei minori. L’obiettivo della Commissione EU è garantire che TikTok adotti le misure necessarie per proteggere il benessere fisico ed emotivo dei giovani europei.

I danni di TikTok sui giovani

Secondo Julie Albright, docente presso la Southern California, TikTok condivide similitudini con la dipendenza da gioco d’azzardo poiché utilizza rinforzi casuali, simili a quelli delle slot machine. L’app ha rivoluzionato il modo in cui le persone ricevono e condividono informazioni e notizie, offrendo un flusso continuo di intrattenimento, travestito da informazione, e “junk food news“. Quest’ultimo termine, coniato da Carl Jensen di Project Censored, si riferisce a notizie irrilevanti o superficiali che ottengono attenzione mediatica, distraendo il pubblico da temi più importanti, contribuendo così al benaltrismo culturale. Concetti come “humilitainment“, un genere di intrattenimento che sfrutta le umiliazioni altrui, sono integrati nelle junk food news e in molti programmi tv, come il “Grande Fratello“. Questi concetti vengono poi sfruttati dai media tradizionali per rafforzare le convinzioni del pubblico, creando un rapporto simbiotico tra social media e media classici. (per approfondire si legga questo articolo su Link ndr)

TikTok ha registrato quasi 700 milioni di utenti l’anno scorso, con una media di 50 minuti trascorsi sull’app, il che genera una scarica di dopamina nel cervello durante lo scorrimento dei video. Questo comporta una riduzione della capacità di attenzione, una compressione del tempo percepito e possibili effetti sullo sviluppo cerebrale nei più giovani. Alcuni senatori negli Stati Uniti vogliono vietare TikTok per timore di una raccolta aggressiva dei dati da parte del Partito Comunista Cinese, presentando la proposta di legge “No TikTok on United States Devices Act“.

 

I corpi non conformi banditi dall’algoritmo di TikTok

Secondo quanto riportato da The Intercept nel marzo 2020, attraverso documenti riservati ottenuti dalla testata, TikTok promuove i contenuti pubblicati dagli utenti che generano maggiore gradimento, scoraggiando invece quelli provenienti da utenti meno popolari, svantaggiati economicamente o con disabilità, poiché tali video risultano meno attraenti da consigliare a un pubblico in costante crescita. La pressione esercitata da TikTok sui giovani e giovanissimi conduce questi ultimi a una asfissiante ricerca dell’immagine perfetta, ottenibile grazie ad app satellite che ritoccano pelle, corpo, spingendo alcuni utenti a compiere veri e propri danni estetici e mentali su se stessi. L’approccio di TikTok è quello di conformare il più possibile, per poter meglio controllare le masse. Un atteggiamento già mostrato dal regime cinese contro le persone di genere maschile definite “effeminate” e bandite dal regime.

Esistono poi le manipolazioni esercitate dalle “challenge”, che inducono persone – spesso giovani – a commettere atti pericolosi, al limite della sopravvivenza, e ad infliggere danni permanenti alla propria mente e al proprio corpo. Dalle sfide come bere liquori ad alto contenuto alcolico in live stream per aggiudicarsi regali, alle tragiche conseguenze della “blackout challenge” che ha portato alla morte di almeno venti bambini.

In passato TikTok è stata costretta a rimuovere numerosi utenti falsamente registrati come adulti e ad affrontare accuse di diffusione di contenuti estremisti e violenti, spesso rivolti ai minori. E anche se la piattaforma ha adottato misure per contrastare questi fenomeni, come la rimozione di migliaia di account e contenuti dannosi, molte sfide dannose e comportamenti violenti continuano a diffondersi rapidamente, spesso guadagnando popolarità grazie al desiderio di fama e attenzione online.

Il meccanismo dello scrolling infinito di TikTok

L’algoritmo dello scrolling infinito di TikTok – vero cuore del meccanismo di addizione al social cinese – non permette ricerche, ma sottopone l’utente alle proposte dettate dal calcolo sottostante, che altro non è che un meccanismo per aumentare la dipendenza e tenere incollati gli utenti. Con il risultato che spesso la ricerca di like e notorietà sovrasta la percezione del valore della vita, il senso profondo di sentirsi umani e la sicurezza dei partecipanti, creando un ambiente in cui contenuti dannosi e pericolosi trovano spazio e visibilità e salgono nelle classifiche delle view e dei like.

Naturalmente non è un tema riguardante soltanto TikTok. Il DSA fortemente voluto dall’Unione Europea impone obblighi a tutte le piattaforme digitali per proteggere gli utenti dai contenuti illegali. Già dallo scorso agosto sono stati avviati procedimenti e richieste di spiegazioni nei confronti di alcune delle principali aziende digitali, tra cui X, Meta (Facebook, Instagram), Apple, Google, Microsoft e Amazon.

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