TikTok è in trattative con il governo del Kenya per rimuovere i contenuti LGBTQIA+ dalla propria piattaforma al fine di rispettare la Sezione 165 del codice legale del Paese africano, che vieta le relazioni sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso. Colloqui che hanno preso vita mentre il Kenya sta valutando l’approvazione di un disegno di legge che punirebbe il sesso gay con l’ergastolo.
L’app cinese ha già disattivato gli account e demonetizzato i contenuti degli utenti kenioti che condividevano “contenuti inappropriati o limitati”. TikTok si è inoltre impegnata a sviluppare strumenti di intelligenza artificiale per rilevare tali contenuti e disattivare gli account che li diffondono, nonché “un programma di formazione nazionale per consentire agli utenti [keniani]” di creare e promuovere i cosiddetti contenuti positivi, come riferito da The Los Angeles Blade.
A tutto questo siamo arrivati dopo che un uomo di nome Bob Ndolo ha lanciato una petizione, il mese scorso, chiedendo che l’Assemblea nazionale del Paese bandisse TikTok per aver promosso video violenti, sessualmente “offensivi” e “volgari” che rappresentano una “seria minaccia ai valori culturali e religiosi di Kenia.” ”
Gli utenti kenyoti di TikTok hanno chiesto al governo di non vietare l’app ma di approvare norme che impediscano la pubblicazione di contenuti inappropriati. Il 24 agosto il presidente William Ruto e diversi alti funzionari governativi hanno tenuto un incontro virtuale con il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, per discutere la regolamentazione dei contenuti secondo le leggi del Kenya. Chew ha accettato di rimuovere quei contenuti da loro considerati inappropriati o offensivi “per soddisfare gli standard della comunità”, di sviluppare uno strumento di intelligenza artificiale che rilevi e rimuova gli utenti che pubblicano tali contenuti e di creare una campagna ad hoc per aiutare gli utenti a creare e promuovere contenuti “positivi”.
Diversi uffici governativi sono stati coinvolti in questi colloqui, tra cui il Ministero dell’Informazione, della Comunicazione e della Tecnologia e il Kenya Film Classification Board (KFCB). All’inizio di quest’anno, KFCB ha firmato un accordo con Netflix e ha collaborato con Showmax e due piattaforme locali di video on demand per rimuovere tutti i prodotti LGBTQ+.
Ad agosto il deputato keniano Peter Kaluma ha presentato la “Legge sulla protezione della famiglia”, basata sull’Anti-Homosessuality Act dell’Uganda. “Gli atti sessuali e le unioni tra persone dello stesso sesso sono sterili per natura”, ha affermato Kaluma. “Se tollerato, sostenuto e propagato, porterebbe all’estinzione della razza umana”.
TikTok nasce a Pechino nel 2017. Nel 2019 ha chiesto ai propri moderatori di limitare la portata dei video LGBTQ+ e delle persone disabili nel tentativo fuorviante di ridurre il cyberbullismo sulla piattaforma. Nello stesso anno, è stato rivelato che TikTok aveva delle linee guida che vietavano contenuti LGBTQ+ e altri contenuti politici in Turchia, pur non essendo l’omosessualità illegale.
Le attuali politiche di TikTok consentono “ai moderatori locali di censurare soggettivamente i contenuti” che potrebbero includere contenuti queer. Quest’anno in Etiopia sono proliferati i video di TikTok che denunciano le persone LGBTQ+ e invitano i cittadini a uccidere le persone queer. Molti accusano TikTok di non aver rimosso i post che chiedevano di frustare, pugnalare e uccidere le persone LGBTQ+. TikTok ha precisato che ancora oggi continua a rimuovere i video che violano gli standard della sua community.
Negli ultimi mesi in Kenya è stata approvata una nuova legge omofoba contro i rifugiati LGBTQIA+, mentre si sta ancora lavorando ad una legge che vieti “tutto ciò che ha a che fare con l’omosessualità”.
Di recente una sentenza della Corte Suprema ha stabilito che una Ong LGBTQI+ può operare anche con le parole “gay” e “lesbica” nel suo nome.
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Fonte: LGBTQNation