L’appuntamento è per sabato 15 a Bologna dove 18 associazioni (Arcigay “Il Cassero”, ArciLesbica Bologna, Agedo Bologna, Boga Sport, Indie Pride, Famiglie Arcobaleno, M.i.t. – Movimento Identità Transessuale, Uni Lgbtq, Plus, Komos – Coro gay bolognese, UAAR – Circolo di Bologna, Associazione Frame, Arcigay Pianeta Urano Verona, Arcigay nazionale, Arc Cagliari, Omphalos, Arcigay Arcilesbica, Arcigay Movimento Pansessuale – Siena, Arcigay Gioconda – Reggio Emilia) hanno organizzato a partire dalle 15 un presidio, sotto la prefettura (in piazza Roosvelt) responsabile degli annullamenti delle trascrizioni dei matrimoni egualitari. Perché “in un Paese civile nessun funzionario di Stato dovrebbe mai accarezzare l’idea di impugnare una penna per cancellare un diritto, una relazione, un’esistenza”.
Dopo l’ormai nota circolare di Alfano, infatti, alcuni prefetti hanno proceduto d’ufficio alla cancellazione: a Bologna, ma anche a Pordenone, a Roma, a Fano. “Simbolicamente, sotto tutte le prefetture – dicono gli organizzatori – contro cui combattiamo questa battaglia e che tutte assieme rappresentano il dicastero del Ministro degli Interni. Noi scendiamo in piazza proprio contro di lui e contro chi, come lui, sui diritti, su tutti i diritti, vuole ingranare la retromarcia. Contro i miopi che i diritti li violano perché nemmeno li vedono. Contro chi ci chiede ancora di aspettare, contro chi pensa che con poco ci possiamo accontentare”.
Lo slogan, #SeMiAnnulliNonVale, è il cuore del messaggio rivolto al ministro Alfano. “Se ci annulla, Ministro Alfano, non vale – si legge nel documento diffuso dagli organizzatori del presidio -: si nasconde dietro la poltrona, camuffa le sue battaglie da baciapile retrogrado con la ragione di Stato. È un gioco sporco il suo”. Un documento che non fa sconti e che non si si fa scrupolo di definire Alfano “un Ministro arrogante” che vuole accontentare “la sua lobby di porporati”.
Ma non c’è solo la protesta contro gli annullamenti voluti da Alfano. C’è anche la pretesa che l’attesa finisca e che non ci siano più promesse vuote sulla pelle delle persone Lgbt, delle loro vite, dei loro amori e delle loro famiglie.
“Perché l’amore tra le persone gay e lesbiche, le formazioni sociali a cui dà origine, devono ottenere riconoscimento. Subito – continua il documento -. Perché le promesse non bastano più, i rinvii sono un rituale avvilente, la fiducia un credito totalmente esaurito. Ora i diritti ce li veniamo a prendere: siamo pronti a rivendicarli in ogni sede, a far valere le nostre famiglie in qualsiasi contesto. Saremo nelle piazze e nei tribunali, negli uffici anagrafe e nelle scuole, nelle università e negli ospedali“.
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