In Olanda, ad Amsterdam, il 1° dicembre scorso – giornata mondiale contro l’AIDS – è sorto un grande ed evocativo monumento che celebra l’impegno nella lotta contro la questa malattia e il virus HIV che la provoca.
L’artista che ha progettato l’opera si chiama Jean-Michel Othoniel e ha chiamato la sua opera Living by numbers: si tratta di un grande abaco che si specchia nell’acqua del lago IJ e che ha lo scopo di ricordare le vite spezzate e al contempo propone una sorta di countdown condiviso e pubblico – “per insegnare alla gente a contare” – in vista dell’avvento del giorno in cui il mondo sarà finalmente libero dal virus.
L’opera è stata pensata dall’artista come un “faro di speranza e di sostegno a tutti coloro che vivono con l’Hiv, un omaggio a tutti gli amici, ai sostenitori, ai medici, agli attivisti e soprattutto scienziati e ricercatori”. Il grande abaco dalle sfere di vetro si propone anche come potente dedica “a tutti coloro che sono morti, sono stati mangiati dalla malattia, soli o con amici e famiglia vicino. Che si sono visti rubare anni, progetti, una vita da questo virus“.
È un’opera volutamente non triste. Il tema così importante è stato espresso con una struttura elegante, leggera e luminosa. Le sfere che compongono l’abaco sono fatte a mano, come spiega lo stesso artista: “Ognuna è diversa dall’altra per quanto riguarda i materiali utilizzati. Ho voluto riflettere tutte le sfumature della comunità LGBT, le nostre differenze ma la nostra unità”. Le sfere verranno spostate ogni anno, in modo da istituire un conto alla rovescia, un appello che sempre si rinnova alla ricerca, alla prevenzione, al ricordo.
L’artista e gli organizzatori del progetto hanno Amsterdam perché “la città è stata ed è tutt’ora un luogo fondamentale per molte persone affette da HIV che non erano i benvenuti nei loro paesi” e l’area sul lago IJ non è stata scelta a caso: “Era un porto dove i marinai commerciavano, ma non solo. Molte malattie hanno iniziato a diffondersi da questa precisa zona, portate dai vascelli, dai topi, dagli stessi marinai”.
E c’è anche una ragione più specifica dietro alla scelta di questo luogo: “In passato, quando ancora non esistevano bar o locali LGBT questa area portuale era un luogo d’incontro, di sesso. In quest’area fu successivamente posizionato anche il Café West-Indië, un bar in de ruyterkade 110 che era il ritrovo del Motor Sportclub Amsterdam, un gruppo gay dedicato ai motociclisti e agli appassionati di auto”.
L’importante istallazione è stata realizzata grazie ai finanziamenti dall’associazione NamenprojectNederland, attraverso una serie di sponsor e finanziamenti voluti dalla fondazione stessa: È stata inaugurata dal sindaco di Amsterdam, Eberhard van derLaan, dall’artista Othoniel e Louise van Deth, amministratore delegato di AidsFonds dei Paesi Bassi.
https://www.hiv-aidsmonument.nl
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