Mentre la Lega ha convidiviso sui propri social l’immagine di Matteo Renzi che firma a favore del referendum sulla giustizia, Alessandro Zan si è appellato all’ex premier affinché tenga la barra dritta sul DDL Zan, garantendo i voti di Italia Viva anche al Senato.
“A Renzi voglio dire: lascia stare la Lega che guarda a Orbán e vota con i democratici che guardano a Biden e a Ursula von der Leyen. Ma non solo. Mi piacerebbe ricordare Renzi come l’uomo che ha fatto le Unioni civili e non quello che ha affossato la legge Zan. Se lui c’è, a ottobre l’approviamo. Il pallottoliere dei voti ci dà ragione se Italia viva continua a votare con il centrosinistra”, ha sottolineato il deputato Pd al Corriere della Sera, ribadendo come l’identità di genere sia da tempo “una definizione giuridicamente consolidata. Prendiamo la legge numero 354 del 1975, ovvero il regolamento penitenziario. All’articolo 1 c’è scritto che il trattamento penitenziario vieta ogni forma di discriminazione per sesso, identità di genere, razza nazionalità. E non è l’unica legge. La legge 251 del 2007 sui rifugiati: anche lì c’è la definizione dell’identità di genere. Ma posso andare avanti con le due sentenze della Corte costituzionale. La 221 del 2015 e la 180 del 2017. Basta leggerle. Insomma è paradossale che con questi precedenti giuridici si voglia togliere la definizione di identità di genere proprio a una legge sulle discriminazioni. Se Faraone vuole togliere l’identità di genere al ddl Zan, dovrebbe toglierlo anche alle altre leggi“.
Dinanzi ad una Lega che ha presentato in Senato quasi 700 emendamenti, Zan chiede ai senatori di Italia Viva lealtà ad un testo da loro in parte scritto e già votato alla camera. “Quegli emendamenti sono la dimostrazione evidente che la Lega non ha nessuna intenzione di trattare. Ma io non ci credo che un Paese civile come il nostro possa rimane ostaggio della Lega. Confido nella terzietà della presidente del Senato Casellati. È una sua prerogativa chiedere il ritiro degli emendamenti e di lasciare solo quelli significativi. Del resto il Paese è dalla parte del ddl Zan, lo dicono i sondaggi. Lo sono soprattutto i giovani, ma anche la maggior parte dell’elettorato di centrodestra“.
E se Monica Cirinnà si è detta “sconvolta” dagli emendamenti presentati da Italia Viva (“l’intento è totalmente demolitorio nei confronti del ddl Zan“), Renzi continua ancora oggi a sostenere la necessità di un accordo con le destre, come ribadito ad Anni Venti, su Rai2: “Quando abbiamo fatto le unioni civili la sinistra ci provava da 15 anni, abbiamo fatto una mediazione, messo la fiducia e approvato una legge grazie alla quale oggi più persone hanno diritti. Sul ddl Zan sono quasi andati sotto a scrutinio palese, ora stanno brigando per andare a settembre perché così il generale agosto stempera l’attenzione, mentre lasciamo altro tempo persone senza diritti. Noi vogliamo la legge, invece la sinistra fa così: sui diritti fa i convegni e non porta a casa le leggi. Andiamo sul testo Scalfarotto e approviamo la legge prima della pausa estiva“. Tempistiche fantascientifiche, quelle che Renzi continua a proporre, vista la chiusura imminente di Palazzo Madama e l’obbligo di terza lettura alla Camera, nel caso in cui il DDL dovesse essere modificato.
A fine estate, quando i senatori saranno tornati dalle vacanze, la battaglia parlamentare sul DDL Zan tornerà ad essere centrale. Ma non facciamoci troppe illusioni, perché c’è aria di naufragio.
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