Salitre y Monstruos. Ecco il nome inquietante della regina delle Drag Queen spagnole. A incoronarla la giuria del Gran Gala Drag Queen del Carnevale 2007 Belle Epoque di Las Palmas di Gran Canaria, una esibizione dalle dimensioni impressionanti giunta al decimo anno di vita che non ha nulla a che vedere con gli show dal sapore un po’ casereccio a cui molti di noi sono abituati; le quindici Drag che si sono esibite sullo sterminato palcoscenico del Gran Gala (a confronto Sanremo si svolge in un cinemino parrocchiale) non hanno davvero fatto economie nei costumi, sgargianti e spettacolari, nelle coreografie, create con l’aiuto di ballerini professionisti e oggetti scenici sorprendenti, né – ovviamente – nel trucco.
Dieci anni di follie
Per festeggiare la decima edizione del concorso, lo spettacolo è iniziato con una esibizione dei precedenti vincitori: otto scatenate (uno era in “borghese” in platea, anche se si scatenava anche lui…) si sono divertite a ripresentare la storia di questa gara che ormai da nove anni viene trasmessa in diretta dal primo canale della televisione spagnola. Ve lo immaginate un concorso di Drag Queen in prima serata su Rai Uno?… Certo, a presentarlo dovremmo trovare qualcuno con la verve di Loles Leòn, l’attrice almodovariana (ricorderete la segretaria in Donne sull’orlo di una crisi di nervi o Lola in Legami) che ha inventato una animazione pirotecnica per la notte canaria. Si è presentata conducendo al guinzaglio tre modelli palestrati in abiti adamitici che ha poi comandato a bacchetta conquistandosi l’ammirazione e l’invidia dei tanti gay presenti.
Quindici drag in lotta
Ma lo spettacolo è entrato nel vivo con le esibizioni dei partecipanti, ognuno dei quali gareggiava presentando una coreografia della durata di tre minuti. Ciò che salta all’occhio è come cambia il concetto di Drag Queen: in Italia siamo ancora abituati al gioco sull’identità sessuale, all’uomo che si veste da donna per fare spettacolo. Ma sul palcoscenico di Las Palmas la maggior parte dei concorrenti non tentavano nemmeno di sembrare donne: il gioco sull’identità sessuale è saltato fino a presentare esseri apparentemente senza attributi, completamente nudi a parte un misero perizoma, che ci si chiede come possa nascondere qualsiasi cosa ci sia da nascondere, e con un trucco che ne fa delle figure extraterrestri.
Prendete il vincitore, anzi i vincitori: in questo caso si è trattato di un gruppo di Drag che hanno invaso il palcoscenico con i loro crani rasati vestendo ampie gonne nere di pizzo e con un fiore rosso in mano, ma a petto nudo, senza che nulla tentasse di nascondere la loro identità maschile. Anche la coreografia, vagamente dark, evocava più immagini di forza e cupezza che di sgallettanti briosità, con enormi palloni neri che sono poi stati lasciati abbandonati a volteggiare nel cielo. Con la loro esibizione intitolata “¿Fea yo?”, Salitre y Monstruos, oltre alla corona di regina del Gala Drag Queen 2007, si sono aggiudicate anche un premio di 1500 euro.
Novecento euro sono andati invece alla seconda classificata…
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Novecento euro sono andati invece alla seconda classificata, drag Seregon, che ha presentato la coreografia “Festival de la luna llena” apparendo sul palco all’interno di un enorme bozzolo dai colori lunari vestita con i suoi zatteroni da vertigine verde ramarro e un’appariscente cresta sul capo. Più barocca la scenografia di “El descrubimiento de América segùn el ojo de Néstor Àlamo”, lo show con cui drag Armagedom si è aggiudicata il terzo posto e il premio di 600 euro: avanzando sul palcoscenico su una spettacolare caravella, Armagedom ha coinvolto nello show ballerini in abiti da pirati e da creature animalesche.
Tre ore di super-show
Sarebbe giusto parlare di tutte le drag partecipanti e di come ognuna abbia saputo portare una speciale particolarità, chi riuscendo a fare incredibili acrobazie anche con tacchi da 40 centimetri, chi coinvolgendo come ballerini al posto dei soliti modelli dal look da copertina dei simpatici ragazzoni grossi e pelosi, chi infine giocando sull’ironia e la semplicità. Ma lo show non è stato solo l’esibizione dei concorrenti: il corpo di ballo, ad esempio, era composto da giovani artisti eccezionalmente bravi che hanno saputo rendere le straordinarie coreografie negli abiti ridondanti da Belle Epoque con cui erano stati vestiti. E poi gli ospiti: tre cantanti che hanno fatto la storia della musica dance (e quindi della musica gay) come Anita Ward, che ha riproposto sul palco la sua immortale “Ring my bell”, la mitica Katrina di “Walking on sunshine” e la sempre affascinante Gloria Gaynor che prima di una esaltante versione di “I will survive” ha regalato al pubblico in delirio “I am what I am” e “Never can say goodbye”.
Tre ore di spettacolo indimenticabili che convertono allo spirito Drag anche i più riluttanti, come dimostra l’eterogeneità del pubblico presente alla serata (impossibile trovare posti disponibili già vari giorni prima della manifestazione) composto da tanti gay, tantissime famiglie con bambini, ragazze adolescenti scatenate, gruppi di giovani pronti a fare un tifo da stadio e persino qualche pensionato.
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