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Nel giugno del 2015 la Casa Bianca faceva il giro del mondo grazie ad un facciata meravigliosamente arcobaleno. Barack Obama celebrava le nozze gay finalmente diventate legge in tutto il Paese con un Pride Month indimenticabile.
Passati 5 anni, e cambiato inquilino, la Casa Bianca ha mutato decisamente colore. Oggi è grigia, a causa dei fumogeni che nei giorni scorsi l’hanno avvolta, assediata dai manifestanti, protetta dall’esercito e difesa con un muro, voluto e fatto costruire nelle ultime 24 ore da Doland Trump, per difendersi dalle proteste esplose dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd per mano di un poliziotto bianco.
“È il sovranismo spiegato in modo semplice“, commenta sui social Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge contro l’omobilesbotransfobia che approderà alla Camera dei Deputati il mese prossimo. Finite le audizioni in commissione giustizia, ora verrà stilato un testo base, che di fatto accorperà tutte le proposte presentate nel corso degli ultimi mesi.
Nell’attesa gli Stati Uniti d’America sono una polveriera a cielo aperto, a pochi mesi da quelle elezioni che potrebbero finalmente vedere un nuovo inquilino alla Casa Bianca. Ovvero quel Joe Biden nel 2015 vicepresidente di quel Barack Obama che molti americani, oggi come oggi, rimpiangono amaramente. Perché checchè ne dicano i bigotti omofobi, l’arcobaleno vince sempre.
Guards on the street at the White House. No idea who they’re with. Another dude who was there asked them and they didn’t answer. pic.twitter.com/nxCj9lyj7O
— Tom King (@TomKingTK) June 3, 2020
Trump finally built his wall. Mexico, expect a bill in the mail. #TrumpOut2020 #trumpwall pic.twitter.com/MAaGd0782b
— Tony Mastrogiorgio (@Tonyinquakeland) June 4, 2020
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