Chemsex: è allarme a Milano per la dipendenza dalle droghe del sesso

Aperto il primo centro di recupero per curare la dipendenza da questi tipi di droga.

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2 min. di lettura

L’aumento della dipendenza da uso di droghe per migliorare o rendere più emozionante un rapporto sessuale (il cosiddetto chemsex) sta preoccupando Milano. Se prima queste particolari droghe erano utilizzate solo da persone con una disponibilità finanziaria estremamente alta, ora sono diventate accessibili a tutti, e in particolare tra gli over 50. Un uso eccessivo e irresponsabile può però portare alla dipendenza, causando gravi rischi per la salute

Alessandra Bianchi, psicologa e psicoterapeuta, ha aperto e ora gestisce un centro di recupero con la onlus ASA, Associazione Solidarietà AIDS. La decisone di aprire un centro è stata presa dopo aver scoperto che una persona su 10 che si sottoponeva al test dell’HIV confermava il ricorso al chemsex durante i rapporti. Un dato che aumenta tra coloro che fanno ricorso alla PrEP. In particolare, sono soprattutto membri della comunità LGBT, rispetto a eterosessuali (che sono comunque un numero da non sottovalutare). La dottoressa Bianchi, ad AdnKronos Salute aveva spiegato che solo il Sert negli ultimi anni ha iniziato a prendere in considerazione la dipendenza da chemsex. Non ci sono centri in Italia che si occupano della questione.

Con il chemsex aumentano i rischi per la salute

MDMA, popper, GHB, ketamina, cannabis e alcol. Un mix che disinibisce, e che porta ad avere rapporti anche non protetti, facendo schizzare alla stelle il rischio di contrarre una malattia sessuale, primo tra tutte il virus dell’HIV. Tra le motivazioni che la psicoterapeuta ha rilevato tra chi fa chemsex, non c’è solo la voglia di divertirsi con “metodi alternativi”. Potrebbe infatti servire per mostrarsi più attraenti verso il proprio partner, oppure ostentare la propria ricchezza con l’acquisto di droghe e organizzando festini a luci rosse. Come conferma la dottoressa Bianchi:

C’è chi pensa di non essere desiderato da nessuno e che fare chemsex possa aiutare, chi ha paura di una relazione, chi lo fa per gratificarsi. 

Una via di fuga, insomma, per migliorare nel sesso o per avere un rapporto soddisfacente, anche a scapito delle protezioni. Difatti, le testimonianze confermano che con l’eliminazione dei freni inibitori, la mente non ragione in modo razionale, e “dimentica” di utilizzare il preservativo o di adottare le dovute attenzioni.

La dipendenza non considerata

Anche il chemsex può creare dipendenza. Il nome stesso lo dice: sono sempre delle droghe. Le droghe per il sesso sono viste come una trasgressione, un modo diverso e secondo le opinioni di ognuno più eccitante per passare una serata meno ortodossa. Con questa idea, non si pensa che – come tutte le droghe, l’alcol e il fumo – possono creare appunto dipendenza.

L’aumento anche in Italia porta poi la paura delle prime overdose (e talvolta morti) per chemsex. Negli Stati Uniti si sono già registrati diversi casi a causa del Fentanyl (un oppioide sintetico), e lo scorso anno è stata la volta dell’Italia, con a prima morte  per overdose accertata. 

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