L’Ecri, organo anti razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, ha finalmente tuonato contro la Russia di Vladimir Putin, da anni in prima linea nell’alimentare omofobia, tacendo persino le violenze e lager ceceni.
“È particolarmente preoccupante che il sentimento omofobo sia attivamente alimentato dal Presidente e dalla chiesa ortodossa russa“, hanno sottolineato dall’Ecri, ribadendo come “la stigmatizzazione e l’intolleranza nei confronti della comunità lgbt abbiano inevitabilmente messo radice” all’interno della stessa società.
Come riportato dall’Ansa, all’interno del rapporto sulla situazione russa diversi paragrafi sono stati dedicato proprio alla comunità LGBT, sempre più perseguitata. “La retorica anti lgbt è divenuta una delle forme di discorso d’odio più comuni“, hanno proseguito dall’Ente, provocando la reazione stizzita di Mosca, che ha definito ‘inaccettabili‘ le valutazioni e le raccomandazioni fatte dall’Ecri, perché a loro dire non rientrerebbero nel monitoraggio consentito.
Nel giugno 2013 il parlamento nazionale ha approvato all’unanimità una legge che proibisce la distribuzione di materiale propagandistico a sfondo omosessuale, rivolto ai minori di 18 anni, in tutto il Paese. Ai sensi della legge, è un atto criminale tenere un gay pride, parlare in difesa dei diritti degli omosessuali, distribuire materiale che promuova le istanze delle persone omosessuali o propagandare l’idea che le relazioni tra persone dello stesso sesso siano uguali a quelle etero. Sette anni fa, nel 2012, Mosca ha approvato una nuova legge che vieta il gay pride in città per i prossimi cento anni.
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Questo è il comunismo, questi sono i comunisti. E pensare che in Italia c'è ancora chi si fregia di questo titolo e se ne vanta