50 affissioni in tutta Roma che hanno scatenato indignazione.
Gli osceni manifesti omofobi Pro Vita contro le famiglie arcobaleno sono stati pesantemente multati dal Comune della Capitale. 20.000 euro, ovvero 400 euro a cartellone, come deciso dalla sindaca Virginia Raggi, 10 giorni fa intervenuta a gamba tesa sulla provocatoria campagna.
Nei giorni scorsi la polemica era tornata ad infuocarsi, perché in diversi quartieri di Roma quegli stessi manifesti erano ancora visibili, ma ora la scure sarebbe calata, con l’immediata rimozione di tutti e 50 i cartelloni e un inevitabile multa che non è andata giù a Toni Brandi di Pro vita e Jacopo Coghe di Generazione famiglia, ideatori dell’indecente campagna. Queste le loro reazioni, come riportato da Il Fatto Quotidiano.
“Con la solita scusa della strumentalizzazione dei bambini, la nuova tiranna del politicamente corretto, Virginia Raggi, ha calato la sua scure contro la libertà di espressione“. “Con il Comune di Roma a 5 stelle si torna a governare col terrore. Noi chiediamo liberi manifesti in libero Comune”. “Indovinate chi ha ordinato a Raggi la rimozione dei manifesti? Su Mucca radio, il presidente del “Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli” ha dichiarato candidamente di aver fatto quello che sa fare meglio, ossia dare fastidio alla politica tartassandola e riuscendo a parlare con l’ufficio della sindaca, ottenendo dopo sole 24 ore di pressing il comunicato in cui lei si impegnava alla rimozione. Sono parole sue”. “Chiediamo che Raggi faccia il sindaco di tutti e che non si metta a fare il despota della lobby Lgbt“.
Che la tanto criticata campagna non fosse indirizzata ad una difesa della donna, del suo utero e dei bambini nati tramite gestazione per altri, è ora diventato ancor più palese. Pro Vita e Generazione famiglia sono infatti ossessionati dalla comunità gay, tanto da dimenticare quel 90% dei casi italiani di GPA che riguardano esclusivamente le coppie eterosessuali. ‘Libertà di espressione‘, la chiamano loro, diffamando e seminando odio con fare semplicemente morboso.
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ProVita è l'ennesima cloaca clericale che difende il suo esclusivo "diritto" a insultare e diffamare a mezzo stampa chicchessia, e pure "aggratis", come dicono a Roma. Ciarlano di "legalità" - come i loro compari legaioli - mentre fanno affissioni abusive e fanno spallucce sui 49 milioni tracannati da Bossi e compari di merende.
A Palermo c'è una parola che riassume intere gamme di emozioni, tutte intense: SUCATE