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Australia: lesbiche separate si contendono figlio

Il governo del Nuovo Galles del Sud è stato chiamato a decidere del caso di due donne gay di Sydney che hanno ingaggiato battaglia per la custodia del loro bambino, nato grazie ad una banca del seme.

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SYDNEY – Il governo del Nuovo Galles del Sud è stato chiamato a decidere del caso di due donne gay di Sydney che hanno ingaggiato una feroce battaglia per la custodia del loro bambino, nato grazie ad una banca del seme. Una è la madre biologica, ma l’altra è quella che maggiormente si è occupata del piccolo, soprattutto dopo la separazione.
Le due donne avevano deciso insieme di fare un figlio, ricorrendo all’ inseminazione artificiale e a un donatore anonimo. Poco dopo la nascita del bambino si erano separate, e la mamma non biologica è stata quella che più lo ha seguito e con la quale il piccolo, che oggi ha tre anni, ha vissuto la maggior parte del tempo.
Secondo la legge del Nuovo Galles del Sud il partner che non ha dato luce al bambino non ha alcun diritto legale per l’affidamento, a meno che non vi sia una diversa decisione consensuale. La mamma non biologica, secondo questa interpretazione della legge, avrebbe quindi dovuto rinunciare al bambino. Invece, ha deciso di dar battaglia.
Secondo Nici Clayhills, avvocato della madre non biologica, nei prossimi anni un numero sempre maggiore di gay lotterà per la custodia dei bambini. Proprio in considerazione di questo nuovo fenomeno il governo del Nuovo Galles del Sud ha deciso di valutare l’introduzione una “presunzione di maternità” per il partner femminile di una donna che ha avuto un figlio attraverso l’inseminazione artificiale. Ma finora le intenzioni sono rimaste intenzioni, nonostante la pressante campagna delle associazioni omosessuali.
L’associazione Gay and Lesbian Rights si batte da anni perchè la legge sia cambiata. Secondo l’ associazione, “il 20 per cento di coppie lesbiche hanno adottato uno o più figli, e il fatto che i genitori non siano tutelati nel caso di separazione danneggia prima di tutto i bambini, che vengono discriminati”.
Finora, infatti, le decisioni scolastiche o mediche possono essere prese dal “secondo genitore” solo con il consenso della mamma biologica. La battaglia delle due mamme di Sydney potrebbe portare una piccola rivoluzione nei diritti dei bambini delle coppie omosessuali.

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