Se avete la possibilità di essere a Bari, non perdetevi la seconda edizione di BIG – Bari International Gender Film Festival, interessante cinerassegna che andrà avanti fino a domenica 30 settembre. Sono in programma una trentina di film, sette performance di danza e teatro, tre spazi dedicati alla musica e i Dialoghi, ossia incontri sui linguaggi visuali, il teatro, il cinema e diversi sguardi disciplinari organizzati dal Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione e dall’Archivio di Genere dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Il Big darà anche spazio ad artisti under 35: saranno proiettate infatti le video-opere di talentuosi artisti italiani quali Stefano Sbrulli, Giulietta Vacis e Margherita Ferri.
La direzione generale e artistica è a cura di Tita Tummillo e Miki Gorizia.
Il BIG propone una riflessione e una sensibilizzazione sulle tematiche del genere, dell’identità e dell’orientamento sessuale, intesi come processi e possibilità in divenire. È un festival che intende farsi link tra cinema, musica, performance, intrattenimento culturale, attraverso una rete accademica, artistica e sociale, eterogenea, multipla e differente, divenendo così spazio di confronto internazionale e radicamento territoriale. Il BIG trova la sua origine a partire dal substrato teorico degli studi sulla diversità di genere – i “Gender Studies” – che dagli anni ‘70 interessano sempre più gli ambiti accademici a livello interdisciplinare. Il presupposto, largamente condiviso dalla comunità scientifica e culturale, è che i concetti di mascolinità e femminilità siano relativi e che il rapporto fra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza.
La complessità del tema rimanda a tutta una serie di concetti chiave (i diritti fondamentali dell’uomo, la convivenza delle differenze, il rapporto con l’altro da me) e richiede strategie comunicative ad hoc, superando cliché e resistenze legate alla mancanza di una corretta informazione e di un sano dibattito. La potenza del cinema può costituire un medium privilegiato per attivare questo processo di consapevolezza: apre alle visioni, interroga il presente ed ‘educa’ attraverso la Bellezza. Il Bari International Gender Film Festival intende così contribuire alla sensibilizzazione politica e culturale nel panorama regionale e nazionale, e avere un profondo ruolo sociale nella costruzione e diffusione di una cultura di rispetto verso tutte le diversità di genere presenti sul territorio pugliese – gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, metrosexual, eccetera – consolidando quell’attitudine all’ospitalità e all’accoglienza tipica di un paese mediterraneo.
Tra gli ospiti segnaliamo sabato 29 l’emergente regista tedesco Jan Soldat, autore di un cinema algido e inquietante, una sorta di Michael Haneke in chiave queer. Sarà presentato dal critico cinematografico Luigi Abiusi. In collaborazione col Goethe Institut di Napoli, saranno proiettati due lavori di Soldat, Prison System (2015) e Happy Happy Baby (2017).
Non perdetevi alcuni dei titoli più interessanti della scorsa stagione: Théo e Hugo dans le même bateau di Olivier Ducastel e Jacques Martineau, l’islandese Hearstone, vincitore del Queer Lion, il brasiliano Tinta Bruta (Teddy Award), il francese Marvin di Anne Fontaine.
Il Bari International Gender Film Festival è promosso e organizzato dalla Cooperativa AL.I.C.E. (Area Arti Espressive) ed è realizzato con il sostegno di Regione Puglia e MiBact-SIAE nell’ambito dell’iniziativa S’illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura.
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