L’atteso Pride di Bari, che ha ottenuto anche il patrocinio gratuito dell’Università Aldo Moro, si terrà sabato 29 giugno. Poco più di una settimana ancora per convincere i più scettici a scendere in strada, a metterci la faccia, perché la discriminazione, checché se ne dica, è ancora un problema concreto, quotidiano, che riguarda tutti noi, tanto nella vita reale quanto sul web.
A dimostrarlo proprio gli organizzatori del Pride pugliese, che hanno pubblicato i tanti, tantissimi insulti omofobi ricevuti sulla pagina dell’evento. «C’è ancora bisogno di fare il gay Pride?», si sono chiesti provocatoriamente, dopo aver condiviso una schermata piena di odio nei nostri confronti.
La risposta a questa domanda la danno i tantissimi commenti di odio (e questi sono solo alcuni) che abbiamo ricevuto come Bari Pride: evidentemente sì. Fra i nostalgici del fascismo e quelli della ghigliottina, moltissime persone invocano la morte di quei “tossici depravati” che saremmo – anche per mezzo delle camere a gas e dei forni crematori. La violenza è inaudita, la colpa soltanto una: promuovere l’uguaglianza. Senza dare importanza a quegli avvocatucoli fomentatori delle discriminazioni che abbiamo in città, e augurandoci che nessuna aggressione si verifichi ai nostri danni il giorno della parata, facciamo un ennesimo accorato appello alla Regione Puglia Ci è stato risposto che siamo all’alba di un processo culturale atto a superare le (in)sensibilità personali di alcuni consiglieri regionali: vi sembra che possiamo aspettare ancora perché sorga il sole delle istituzioni a illuminare questo buio profondo? Quante altre donne trans devono essere prese a calci in bocca? Quanti altri ragazzi devono essere cacciati di casa? Quante altre persone devono perdere il lavoro? Probabilmente ci deve scappare il morto per scuotere certe coscienze. Ah, no: ci è già scappato lo scorso novembre.
Solo pochi giorni fa gli organizzatori hanno rifiutato il patrocinio della Regione, perché da due anni a questa parte c’è una proposta di legge contro l’omotransfobia che non riesce a trovare spazio politico. Se non ora, quando?
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