Il Gruppo Barilla sarà la prima azienda italiana a sostenere gli Standards of Conduct for Business dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR), che si pongono l’obiettivo di affrontare il tema della discriminazione LGBTI nel mondo del lavoro.
Ad annunciarlo la stessa Barilla, per un’ufficialità che verrà data oggi a Davos, al World Economic Forum Annual Meeting durante il Forum “Free and Equal” che vedrà anche la partecipazione dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Zeid Ra’ad Al Hussein.
Gli Standards of Conduct Business al quale aderiscono già quasi 51 grandi aziende internazionali – da Google a Ikea, da Microsoft a Vodafone – nascono per fissare alcune regole di condotta a cui le aziende dovrebbero attenersi nei confronti di dipendenti, fornitori, clienti e distributori LGBTI. Si va dal rispettare e sostenere i diritti delle comunità LGBTI nei luoghi dove le aziende operano a eliminare la discriminazione e supportare i lavoratori LGBTI.
«In Barilla siamo attenti a tutti gli aspetti inerenti la vita dei nostri collaboratori perché dietro il professionista c’è una persona. Oggi i migliori talenti cercano gli ambienti di lavoro dove si sentono più valorizzati anche a livello umano», rimarca Kristen Anderson, Chief Diversity Officer dell’azienda emiliana. Una considerazione che pone la diversità, l’inclusione e la battaglia contro l’omofobia come parti integranti del codice etico Barilla, nel 2013 travolta dalle polemiche per le parole di Guido Barilla.
All’epoca il presidente dell’azienda disse che ‘non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca‘. Dichiarazioni che fecero il giro del mondo, tra campagne di boicottaggio e scuse più volte ribadite, fino all’immediata inversione di rotta.
A testimonianza degli impegni concreti l’azienda ha ottenuto nel 2017, per il quarto anno consecutivo, il punteggio del 100% nel “Corporate Equality Index”, sistema di confronto sulle attività aziendali rivolte a dipendenti lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sviluppato da Human Rights Campaign (la più grande associazione americana per la promozione dei diritti delle persone LGBTI). L’azienda ha poi creato un comitato chiamato VOCE in cinque nazioni (Usa, Brasile, Francia, Italia, Turchia) per discutere le tematiche LGBTI. Claudio Colzani, amministratore delegato, si è unito nel 2017 ad altri 270 CEO per firmare il CEO Action for D&I pledge, impegnandosi per promuovere la diversità e inclusione sul posto di lavoro.
“In Barilla siamo più impegnati che mai a rendere l’azienda un luogo aperto a inclusione e diversità, che offra le stesse opportunità per noi lavoratori e consideri le differenze individuali come un punto di forza, il contributo che ognuno di noi può dare al nostro modo di fare impresa “Buono per te, Buono per il Pianeta”, ha concluso Kristen Anderson.
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Essere attenti a tutti gli aspetti inerenti la vita dei nostri collaboratori (son compresi anche gli operai?) perché dietro il professionista c’è una persona.
La frase è bella, suona bene ed è pure ricorrente, sempre sulla bocca da chi promuove la propria azienda sui media che ti vien voglia di inoltrare domanda d’assunzione.
Poi un giorno hai bisogno di stare a casa.
‘Azzarola! Proprio domani che bisogna preparare quella cosa e non si può più rimandare! Vabbè, in qualche modo ci arrangeremo (giusto il minimo per farti sentire in colpa).
In tempi ante-cellularem lavoravo in una piccola azienda, un lunedì mattina la ragazza che stava al centralino arrivò e avvisò subito che il giorno seguente non sarebbe venuta perché andava al funerale della propria nonna. Poco dopo il titolare ci radunò per farci un discorso per dirci che “tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile e non si può arrivare la mattina dicendo che il giorno dopo si sta a casa”.
Ai colleghi consigliai di dire a parenti ed amici che se avessero avuto intenzione di morire, di avvisare un mese prima.
All’inizio son rose e fiori poi spuntano sempre le erbacce.
Dal 2013 non ho mai più comprato Barilla. Aspetto ancora una pubblicità con una famiglia composta da una coppia omosessuale. Fino ad allora continuerò a comprare altri marchi anche se spesso sono più cari.