Si era presentato in campo coprendo volutamente il logo della campagna contro l’omofobia con dello scotch: oggi, Mohamed Camara – centrocampista della nazionale Maliana e giocatore del Monaco – sarà soggetto a una maxi squalifica di ben quattro turni di campionato, da scontare all’inizio della prossima stagione, su decisione della Federcalcio francese.
Di propria iniziativa e senza confrontarsi con i compagni di squadra, né con la dirigenza del Monaco, Camara era sceso in campo per il match Monaco-Nantes del 19 maggio con il proprio personale statement anti-LGBTQIA+, in chiaro contrasto con i valori sostenuti dal proprio club. Le immagini avevano poi fatto il giro del web ed era scoppiata la polemica.
L’obiettivo del logo presente sulle maglie dei giocatori era quello di promuovere una campagna della Federcalcio francese, realizzata con il supporto del governo, che mira a sfruttare la popolarità del calcio per sensibilizzare su temi sociali crucial – come appunto l’omofobia, problema endemico nello sport professionistico.
Tuttavia, sin dall’inizio, Camara aveva mostrato resistenza, rifiutando di partecipare alle iniziative di sensibilizzazione promosse dal Monaco, atteggiamento che gli era già costato un richiamo ufficioso. Oggi, la situazione sembra però richiedere molto più che una semplice tirata di orecchi.
Il Monaco ha infatti già preso provvedimenti interni contro il giocatore, ed ha dichiarato che non intende fare ricorso contro la squalifica.
“Rispetteremo la decisione della commissione. Fin dall’inizio la posizione del club è stata molto chiara. Sosteniamo la causa e l’operato della Lega. Siamo veramente dispiaciuti e ci scusiamo ancora per il comportamento di un nostro giocatore“, ha dichiarato il direttore generale del Monaco, Thiago Scuro. “Per questo, rispettiamo totalmente la decisione.”
Con la sanzione, Mohamed Camara non potrà quindi scendere in campo all’inizio della stagione 2024-2025. Sebbene si fosse parlato inizialmente di una squalifica più lunga, fino a 10 giornate, la punizione è stata poi ridotta a quattro turni.
L’episodio ha riacceso il dibattito sul ruolo degli atleti come modelli di comportamento e sull’importanza di promuovere valori di inclusività e rispetto attraverso lo sport, ambiente che solo negli ultimi anni sta mostrando impegno nel decostruire i propri atteggiamenti escludenti
La decisione della Federcalcio francese ribadisce l’importanza di contrastare e condannare atteggiamenti discriminatori, confermando l’impegno – seppur non sempre costante – del mondo del calcio nella lotta contro l’omofobia.
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