64 anni, Jean-Claude Hollerich è un cardinale nonché arcivescovo di Lussemburgo, da 4 anni presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea e da un anno vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d’Europa. Un uomo di peso all’interno della Chiesa cattolica che nelle ultime ore ha ridato fiato alla discussione sulla benedizione alle coppie dello stesso sesso.
Intervistato dall’Osservatore Romano, Hollerich ha spalancato le porte alla benedizione per le coppie gay, partendo proprio dall’etimologia della parola. “Se rimaniamo all’etimologia di ‘bene – dire’, pensate che Dio possa mai “dire – male” di due persone che si vogliono bene? Mi interesserebbe di più discutere di altri aspetti del problema. Per esempio: la crescita vistosa dell’orientamento omosessuale nella società da cosa è determinata? Oppure perché la percentuale di omosessuali nelle istituzioni ecclesiali è più alta che nella società civile”.
Hollerich si è dato delle risposte, precisando come “tanti nostri fratelli e sorelle, ci dicono che, qualunque sia l’origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto. Non sono “mele guaste”. Sono anche loro frutto della creazione. E in Bereshit (il libro della Genesi, ndr.) si legge che ad ogni passaggio della creazione Dio si compiace del suo operato dicendo “…e vide che era cosa buona“.
Parole di apertura nei confronti della comunità LGBTQ+ da parte del Cardinale, che ha comunque preso le distanze dal matrimonio egualitario, ribadendo come non ci sia spazio per un “matrimonio sacramentale tra persone dello stesso sesso, perché non c’è il fine procreativo che lo caratterizza, ma questo non vuol dire che la loro relazione affettiva non abbia nessun valore“.
Una discriminazione a tinte omofobe, quella portata avanti ancora oggi dal Vaticano, che si ripercuote all’interno della società. A rendersene conto lo stesso Hollerich: “Qualche settimana fa ho incontrato una ragazza ventenne che mi ha detto ‘voglio lasciare la Chiesa, perché non accoglie le coppie omosessuali’, io le ho chiesto ‘ti senti discriminata perché sei omosessuale?’, e lei ‘No, no! Io non sono lesbica, ma la mia più cara amica lo è. Conosco la sua sofferenza, e non intendo essere parte di quelli che la giudicano’. Questo mi ha fatto riflettere molto“, ha concluso l’arcivescovo, contrario ad aborto ed eutanasia e in prima linea nel ricordare il messaggio evangelico, rivolto a tutti: “Nessuno escluso: anche i divorziati risposati, anche gli omosessuali, tutti. Il Regno di Dio non è un club esclusivo. Apre le sue porte a tutti, senza discriminazioni. A tutti! A volte nella Chiesa si discute dell’accessibilità di questi gruppi al Regno di Dio. E questo crea la percezione di un’esclusione in una parte del popolo di Dio. Si sentono esclusi e questo non è giusto!”.
Lo scorso anno la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ribadito il suo “NO“ alla benedizione per le coppie gay, perché “Dio non benedice né può benedire il peccato”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.