Vaticano, NO alla benedizione delle coppie LGBT: “Dio non benedice né può benedire il peccato”

"La benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita", hanno specificato oggi dal Vaticano in una nota, autorizzata da Papa Francesco.

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I polacchi Jakub e David sono corsi a Roma, ai piedi di Papa Francesco, per chiedere un intervento del Vaticano contro l'omotransfobia del presidente polacco Duda.
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La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?

A questo quesito la Congregazione per la Dottrina della Fede ha replicato ufficialmente, ribadendo il suo “NO“. Il responsum ad un dubium è stato esplicitato attraverso una nota pubblicata on line.

In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso“, si legge nella nota. “Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita». In tali cammini, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché «Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa» rifiutando ogni ingiusta discriminazione“.

Tra le azioni liturgiche della Chiesa rivestono una singolare importanza i sacramentali, «segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie situazioni della vita». Il Catechismo della Chiesa Cattolica specifica, poi, che «i sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa» (n. 1670). Al genere dei sacramentali appartengono le benedizioni, con le quali la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia». Esse, inoltre, «istituite in certo qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e principalmente a effetti spirituali, che ottengono per impetrazione della Chiesa».

Ed è qui che casca l’asino, perché le persone omosessuali non rientrerebbero in tale categoria.

Di conseguenza, per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni. Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore. Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».

Ma questo rifiuto, sottolineano dal Vaticano, non sarebbe affatto discriminante.

La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende. La comunità cristiana e i Pastori sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa – che prega per loro, li accompagna, condivide il loro cammino di fede cristiana– e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti.

Ai singoli omosessuali, precisano dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, la benezione è consentita.

La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale, ma dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l’intenzione non di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio. Nel contempo, la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui «siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare». Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti «ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo».

Per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso“, conclude la nota. “Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa“.

Amen?

Foto copertina: I polacchi Jakub e David, l’estate scorsa in Vaticano per chiedere un intervento del Papap contro l’omotransfobia del presidente polacco Duda.

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Stefano Lani 16.3.21 - 8:53

"In principio" una persona puo' pensare... "e chissenefrega"siamo ancora dietro un libro senza usare né cuore né intelligenza sul reale(...) Grazie Papa ennesima delusione, passo all'autorita' competente e "parlo con il DIRETTORE" che so' che e' str ma a fin di bene (...) Del resto e' un po' come il Buddismo, lasciare tutto e ascendere...ma io sono qui e vorrei vivere, sentimenti inclusi. Che caos sarebbe se in chiesa entrassero 2 lesbiche con 2 figli? Oddio una drag vestita a festa vicino al mio sedile,e se durante l'omelia mi raccontasse della serata su Ru Paul? Non e' meglio raccontare sul podio di come una terapia riparativa mi abbia salvato la vita dopo atroci sofferenze?(applausi)Preti che perderebbero il posto, persone che farebbero domande scomode,fedeli che sarebbero "traviati dal dubbio". In questi frangenti sembra più the Young Pope che la Chiesa vera e propria.

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afenicepgyahooit 15.3.21 - 17:30

ma questo si è sempre saputo. la chiesa ammette solo matrimoni etero con il fine, la volontà procreativa. nemmeno due etero che non possono aver figli potrebbero sposarsi, ne due che non vogliono figli. ma quanti LGBT vogliono il matrimonio religioso? non credo sia un problema, l’importante è arrivata al matrimonio civile. adinolfi ha perso un’altra occasione per stare zitto. crede di conoscere solo lui le regole? intanto continua il discorso di accoglienza, il riconoscimento delle unioni civili di stato, e questo basta e avanza.

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