Nelle ultime 10 ore, Vetements ha annunciato un secondo profilo Instagram: tra misteriosi e succinti scatti pixelati, ci invita ad unirci a @vtmnts: si può fare scrivendo +1 alla lista dei commenti, per venire inclusi nell’account privé vietato ai minori di diciotto anni e scoprire una carrellata di contenuti esclusivi.
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Una mossa trasversale, quella del noto marchio fondato da Demna Gvasalia nel 2014, per sviare le pudiche politiche della piattaforma. Se nei primi anni Novanta certi scatti li avremmo ritrovati sulla copertina di Vogue in totale nonchalance, procedendo con la nostra giornata come se nulla fosse, oggi che i giornali non li sfogliamo più, dobbiamo barcamenarci tra le restrizioni di un’app che va in cortocircuito appena rileva mezzo capezzolo. Ma la moda trova l’escamotage per capovolgere la realtà e riadattarla in un’irriverente azione di marketing, che ci invita a sbottonarci di più.
Ma questa non sarebbe nemmeno la prima volta: già nel 2020 Vetements apriva le porte all’account privato @vetements_uncensored (che nel frattempo commenta con qualche emoji fiammante il nuovo arrivato), un alter-ego anti-pudico della pagina ufficiale, che permetteva agli utenti di condividere foto esplicite alla faccia di ogni censura o linea restrittiva. “What you are about to witness will disturb you. It may even shock you. There is a dark side of humanity that censorship will not show you … but we will” diceva la bio (già slogan della sfilata d’apertura per la collezione 2019) accogliendo più di 60k di follower nel giro di una settimana, tanto da bloccare ogni nuova richiesta.
Il profilo era una risposta del brand alle numerose problematiche riscontrate con la censura a causa dei loro servizi fotografici super succinti, tra scatti troppo kinky e provocatori. Mossa vincente, a quanto pare, ritornata oggi in una nuova (s)veste, che nel giro di neanche un giorno vede già 19mila iscritti.
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