"Ma qui i film sono tutti gay!". Verrebbe da parodiare così una celebre battuta di In & Out, vista l’invasione primaverile di lungometraggi a tematica queer che non si constatava dal 2009, cinetempi omofloridi dei premiatissimi A Single Man, La bocca del lupo e Brotherhood. Il 6 aprile uscirà infatti la commedia scoppiettante Good As You di Mariano Lamberti e una settimana dopo l’esordio da regista di Laura Morante, la commedia degli equivoci sentimentali Ciliegine, in cui l’attrice, autrice anche della sceneggiatura con Daniele Costantini, interpreta l’insicura Amanda, sospettosa e ipercritica nei confronti dell’universo maschile ma innamoratasi a sorpresa di un bel signore, Antoine (Pascal Elbe) creduto da lei gay, quindi "inoffensivo" dal punto di vista sessuale. Per non parlare poi dell’"immillata" di film a tematica lgbt che ci aspettano dal 19 al 25 aprile al Togay (in giuria ci saranno Fabio Canino, Philippe Vallois, Chiara Francini, Antonella Gaeta e il belga Eric de Kuyper).
È infine in postproduzione un’altra commedia gay, Come non detto di Ivan Silvestrini, regista romano fattosi le ossa con cortometraggi e spot televisivi. Si racconta l’ultimo giorno in famiglia del giovane Mattia (Josafat Vagni), segretamente omosex e fidanzato con lo spagnolo Eduard (José Dammert) di cui nulla sanno né la mamma (Monica Guerritore) né tantomeno il papà (Ninni Bruschetta). La sceneggiatura è firmata da Roberto Proia, boss marketing e direttore area cinema della Moviemax (è un low budget costato un milione di euro). Abbiamo intervistato il regista.
A che punto sei col film?
Siamo ultimando il montaggio, ora cominciamo le musiche.
Come hai assemblato il cast?
Monica Guerritore è stata un vera sorpresa: lei è conosciuta soprattutto per le sue intense interpretazioni drammatiche. Deve aver scoperto ultimamente che la commedia la diverte! Quando l’ho incontrata mi ha detto: "Questa Aurora… La facciamo svampita?". Ho capito che avrebbe contribuito generosamente alla definizione del personaggio e infatti nel film fa cose che non le ho mai visto fare prima. È stato uno spasso lavorare con lei: dal momento in cui ha cominciato a fidarsi di noi ci siamo divertiti molto.
E gli altri attori?
Josafat Vagni, il protagonista, è stato scelto dopo un lungo processo di casting. Era il migliore e il più adatto al ruolo anche se all’inizio il suo aspetto da culturista non mi convinceva: è dimagrito di 10 chili per interpretare Mattia. Una piacevole scoperta segnalatami da un amico comune si è rivelato José Dammert: cercavamo proprio uno spagnolo. Inizialmente il suo personaggio era molto diverso nella sceneggiatura, ma dopo una serie di riflessioni abbiamo deciso di rendere il personaggio di Eduard coetaneo di Mattia. Così la storia si è rivelata più emozionante, si sono eliminati i rapporti di dominanza inevitabili in un rapporto tra età ed esperienze di vita diverse.
Il papà è interpretato da un noto caratterista, Ninni Bruschetta…
Ninni è un mio mito personale. Averlo nel cast è stato splendido, è un attore nonché un uomo meraviglioso. Lui e Monica sono una coppia di attori espertissimi e straordinari.
Dove avete girato?
A Roma. La casa del protagonista è a San Saba ma ci sono scene ambientate al Muccassassina, in via del Corso, a Villa Borghese.
Il coming out è un tema sempre delicato. Come l’hai trattato?
La mia grande sfida è raccontare come la storia tra questi due ragazzi sia ‘inevitabile’ nella sua totale naturalezza. Queste due creature sono fatte l’una per l’altra… Ma il giudizio spetta in definitiva al pubblico.
Se la storia d’amore fosse stata tra un uomo e una donna sarebbe stata diversa?
Essendo il coming out una problematica tipica dell’omosessualità, non credo che sarebbe stata la stessa storia. È vero che il coming out è anche inteso come un bisogno universale di togliersi un macigno dalla coscienza, essere accettati per quello che si è: tutti i personaggi hanno il proprio ‘coming out’ da fare.
Sei gay?
No, sono sposato con una donna.
Non hai mai provato attrazione per un uomo?
Le curiosità omoerotiche fanno parte di qualsiasi percorso di crescita. In passato mi sono chiesto se la cosa potesse interessarmi ma non ci si innamora di un’idea, ci si innamora della persona. Io non mi sono mai innamorato di un uomo al punto da portarlo a cena.
Stai lavorando ad altri progetti?
Sta andando in rete la mia prima ‘web serie’ (https://youtu.be/i4RaUEsGu0g), realizzata in lingua inglese con sottotitoli…
Di che cosa parla?
Di un esperto di blocchi esistenziali e delle sue tortuose vicissitudini… Anche qui le tematiche gay fanno capolino ma non posso svelare troppo.
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