Continua a far mostruosamente rumore il caso di ‘Coriano’, che ha visto la sindaca di centrodestra Domenica Spinelli rifiutare la trascrizione dell’atto di nascita di due gemellini figli di una coppia gay, nati all’estero tramite gestazione per altri.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini ha infatti aperto un fascicolo, dove al momento non si registra nessun tipo di reato, grazie all’esposto presentato proprio dalla Sindaca. Il primo cittadino si è appellata alla magistratura per eventuali ipotesi di reato, essendo in Italia vietata la pratica della maternità surrogata. Durissimo il commento di Marco Tonti, presidente Arcigay Rimini, sbigottito dall’atteggiamento bellicoso della Spinelli.
“La sindaca Spinelli di Coriano non si accontenta di mettere alla berlina la famiglia di due papà che aveva richiesto la trascrizione dell’atto di nascita dei loro figli. Fa il massimo che può per trascinarli in tribunale senza curarsi degli effetti sulla serenità di quella famiglia e sui loro bambini. Nega ai bambini il diritto a un pediatra, all’asilo comunale, all’istruzione pubblica per colpire i genitori e farsi propaganda politica, un comportamento innominabile”.
“Ci appelliamo perciò al buon senso e all’umanità di tutti gli altri amministratori della provincia di Rimini e della regione Emilia-Romagna“, continua Tonti, “affinché si impegnino a rispettare le richieste delle famiglie omogenitoriali e a considerare con sensibilità e umanità le loro istanze. La mancanza di una legge non ha impedito a molti sindaci (oltre Torino, Bologna e Milano anche il nostro vicino di Gabicce) di procedere con le trascrizioni garantendo così i diritti fondamentali dei minori. Pur comprendendo che gli approcci in mancanza di una legge chiara possono essere diversi, è fondamentale che le istituzioni garantiscano fattivamente a queste nuove famiglie e ai loro bambini e bambine la serenità di potersi rivolgere a loro trovando rispetto, comprensione, accoglienza e privatezza. È fondamentale l’impegno a riconoscere queste famiglie come parte del tessuto cittadino e degne di rispetto e tutela anche oltre la dimensione burocratica“.
“Questi sarebbero doveri fondamentali delle istituzioni ma a quanto pare oggi si è arrivati a un tale imbarbarimento che è necessario dichiararlo esplicitamente“, conclude il presidente Arcigay Rimini. “Chiediamo perciò ai e alle rappresentanti delle istituzioni l’impegno a tutelare i diritti di tutte le bambine e i bambini e a garantire la dignità delle loro famiglie arcobaleno in tutti i modi possibili“.
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