Crotone: al via le marce crociate “familiari” contro i gay

Prove generali di “Family Day” in Calabria. Radunata dal suonare delle campane dei campanili una folla di cattolici ha manifestato contro i pari diritti per le coppie omosessuali.

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CROTONE – Parte dalla Calabria la grande crociata dell’integralismo cattolico che sembra tutta costruita al fine di ‘aizzare’ la maggioranza eterosessuale del paese contro la minoranza omosessuale, affinché a questa non vengano mai riconosciuti pari diritti civili, come già avviene nel resto d’Europa. Aspettando il Family Day nella capitale circa tremila persone sono scese ieri in piazza per ‘difendere’ la famiglia tradizionale e manifestare la loro opposizione contro i Dico o qualsiasi atto legislativo che riconosca dei diritti alle coppie conviventi. Dal momento che in Italia per due omosessuali il matrimonio è impossibile, leggi di altro tipo, come i Dico, sarebbero, al momento, l’unico mezzo a disposizione per eliminare alcune delle pesanti discriminazioni. Ma questa aspirazione a pari diritti di cittadinanza viene dipinta come un pericoloso attacco alla famiglia, per cui si invitano le famiglie a scendere in piazza e protestare.
Il disegno di legge presentato dal governo non piace all’arcivescovo della diocesi di Crotone-Santa Severina, monsignor Domenico Graziani, che lo liquida senza appello: «il provvedimento sui Dico è penoso», dice. Le famiglie cattoliche sono accorse nella piazza antistante il municipio al suonare delle campane di tutta la diocesi. «La famiglia – ha detto monsignor Graziani – è un punto di partenza per compiere un progetto e certo non vogliamo che ci sia un mutamento di ciò. La piazza non può essere lasciata in mano a dei facinorosi ed è per questa motivazione che stasera ci siamo ritrovati per esprimere la nostra opinione.» Graziani si è poi rivolto direttamente ai parlamentari, ricordando che «Servono persone che vogliano orientare la nostra legislazione verso principi cristiani.» Dai palazzi della politica si è fatto sentire, telefonicamente, il senatore di Alleanza Nazionale Alfredo Mantovano, che la lodato la manifestazione dicendo che «ha il merito di fare da battistrada contro i Dico.»
Dal momento che nessuna proposta di legge alla valutazione dal parlamento modificherebbe in alcun modo lo status della famiglia, né tantomeno toccherebbe l’istituto del matrimonio, si fa sempre più chiaro che questo tipo di manifestazioni non sono fatte tanto per difendere qualcosa quanto piuttosto per riaffermare il principio che non si possono estendere pari diritti civili alla comunità omosessuale. Sotto questo aspetto appare davvero preoccupante il violento attacco ai Dico che è venuto dal presidente dell’Unione giuristi della Calabria, Giancarlo Cerrelli, secondo il quale «dietro a questo disegno di legge c’é una richiesta profondamente diversa, cioè quella di un primo riconoscimento legale delle coppie omosessuali. In realtà, il ddl sui Dico potremmo paragonarlo a una locomotiva alla quale verranno attaccati altri vagoni che porteranno situazioni contro natura e abnormi, come l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.»
Facciamo presente che in nessuna delle proposte legislative sul tavolo c’è nessun riferimento all’adozione da parte di coppie omosessuali e che, per quanto riguarda l’aspetto del riconoscimento delle stesse, esistono già diverse norme di carattere costituzionale che spingono lo Stato a creare provvedimenti legislativi che tutelino le coppie di fatto: ad esempio l’articolo 3 secondo comma della Costituzione Italiana che parla di uguaglianza sostanziale tra i cittadini, senza distinzione alcuna, e l’articolo 2 che parla dei diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. (Roberto Taddeucci)

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