Mentre tra i palazzi del potere si continua a discutere dell’effettiva necessità di una legge che punisca chi si macchia di reati a sfondo omotransfobico, un nuovo caso di violenza legata all’orientamento sessuale della vittima si è verificato, questa volta a Crotone. Un ragazzo gay di appena 15 anni è stato infatti picchiato con calci e pugni sul lungomare della città calabrese sabato scorso.
Stando a quanto rivelato dal padre dell’adolescente, riprese dai giornali locali, l’aggressore maggiorenne avrebbe da tempo minacciato il figlio, difeso durante il pestaggio da una coppia di passanti. “Mio figlio subiva vessazioni da mesi“, ha confessato l’uomo al Corriere della Calabria, rivelando il passato scolastico travagliato del ragazzo gay e di essere preoccupato per il suo futuro:
Solo ora ho più chiara la situazione. Mio figlio da questo ragazzo più grande di lui subiva vessazioni da mesi. Ieri ha trovato il coraggio di farmi sentire dei messaggi vocali in cui dalla stessa persona veniva minacciato, gli ha anche detto che gli avrebbe tagliato la testa con un’ascia. Mi fa soffrire la consapevolezza di essere solo con mio figlio. Non mi crea problemi il suo orientamento sessuale, voglio che sia felice, lo rispetto comunque esso sia, ma mi fa paura il contesto culturale in cui viviamo. Non c’è legge che tuteli contro queste mortificazioni e mio figlio ne ha subite tante. Abbiamo cambiato tre scuole, sempre perché veniva etichettato come una femminuccia, veniva escluso. Questa è la vera sofferenza per un genitore, non il fatto che sia gay.
Scarsa anche la fiducia nel sistema politico e giudiziario nazionale, che ancora non tutela a sufficienza chi subisce atti di bullismo e violenza fisica con l’aggravante dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Il riferimento è al ritardo nell’approvazione del DDL Zan, il disegno di legge che amplierebbe la Legge Mancino ad altri crimini d’odio:
Chi non vuole la legge Zan forse è perché ritiene giusto che si continui a legittimare simili cose. Bisogna essere toccati da vicino per capire il dolore che generano. Cosa resta da fare ad un padre come me allora? Farsi giustizia da soli?
A commentare la vicenda è stata nelle scorse ore anche Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 Stelle, che ha condiviso la notizia sulla sua pagina Facebook, con un commento in cui ha ripercorso i tristi casi di omofobia che negli scorsi giorni hanno catturato l’attenzione dei media:
Le parole di questo padre sono molto più utili e illuminanti delle decine di audizioni volute in maniera ostruzionistica dalla Lega in Senato. Le aggressioni in questi giorni si susseguono in maniera impressionante: Milano, Torino, il suicidio del povero Orlando, ora questo. Non possiamo non prendere posizione netta: la Legge Zan, cui tanto come Movimento 5 Stelle abbiamo contribuito partecipando alla scrittura e sostenendola senza incertezze, va approvata e va approvata subito. Ora. Perché ora è già tardi.
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