Home / Cinema / Crudelia, genesi punk di un’icona queer – la recensione del live-action Disney

Crudelia, genesi punk di un’icona queer – la recensione del live-action Disney

Il Diavolo veste Dalmata. Emma Stone ed Emma Thompson giganteggiano nel live-action prequel de La Carica dei 101 diretto dal regista di Tonya.

3 min. di lettura
Crudelia, genesi punk di un'icona queer - la recensione del live-action Disney - Crudelia live action Disney 26897 R - Gay.it

60 anni dopo l’uscita al cinema de La Carica dei 101, la Disney rilancia il ‘franchise’ grazie a Crudelia, prequel live-action interamente dedicato alla leggendaria Cruella de Vil, in Italia all’epoca diventata Crudelia DeMon, dal 26 maggio al cinema e dal 28 maggio in streaming su Disney+ con Accesso VIP (che richiede un abbonamento attivo e un pagamento aggiuntivo).

Craig Gillespie, acclamato regista australiano di Lars e una ragazza tutta sua e I, Tonya, dirige con maestria la genesi punk di un’icona queer, 25 anni fa già resa leggendaria da Glenn Close. A prenderne lo scettro Emma Stone, attrice premio Oscar per La La Land qui negli sgargianti abiti punk di una giovane orfana ambiziosa e vendicativa. Gillespie e i 2 sceneggiatori Dana Fox e Tony McNamara hanno delinato la genesi di un personaggio leggendario, ambientando la sua evoluzione criminale nella Londra punk rock anni settanta. Stone è Estella, intelligente e creativa ragazza determinata a farsi un nome con le sue creazioni di moda. Sogna infatti di fare la stilista. Fatta amicizia con una coppia di giovani ladri, Estella riesce a catturare l’attenzione della Baronessa von Hellman, un mito della moda incredibilmente chic e terribilmente raffinata, interpretata da una sontuosa Emma Thompson. Ma al suo fianco Estella scopre dolorose e inimmaginabili verità sul suo passato, scatenando così il suo lato malvagio, tanto da tramutarsi nella prorompente, alla moda e vendicativa Cruella.

Il Diavolo veste Dalmata, potremmo sintetizzare nel lanciare l’uscita in sala di questo Crudelia, che indirettamente rimanda al cult di David Frankel del 2006. Impossibile non pensare alla fantasmagorica Miranda Priestly di Meryl Streep, dinanzi alla perfidia della Baronessa Emma Thompson, ma già la Crudelia di Glenn Close lavorava nel mondo della moda, nel lontano 1996, con l’ambientazione qui anticipata agli anni ’70, splendidamente riportati in vita grazie anche ad una colonna sonora da urlo. Nina Simone, Supertramp, Queen, Blondie, The Doors, The Clash, Rolling Stones e un’inedita Florence + The Machine, chiamata ad interpretare il brano originale “Call me Cruella”.

Gillespie ricostruisce pezzo dopo pezzo la ‘nascita’ di Crudelia, il suo ‘odio’ per i Dalmata, la genesi della sua sterminata ricchezza, l’incontro con i fidati Horace e Jasper e la trasformazione in donna malvagia, per quanto la vera villain della pellicola sia un’altra. D’altronde si parla pur sempre di un live-action Disney, ideato e pensato per ammaliare le famiglie, ma siamo fortunatamente ben distanti dagli eccessi di Maleficent, al cospetto di Angelina Jolie tramutata in baby sitter dal tenero cuore.

Magnifici i costumi firmati Jenny Beavan, due volte premio Oscar grazie a Camera con Vista e Mad Max: Fury Road, qui veri co-protagonisti di un Crudelia Begins che prova ad andare oltre il semplice live-action Disney, abbracciando il genere heist movie tra colpi di scena ed un dichiarato elogio alle diversità, grazie ad un’antieroina che trae forza proprio dal suo non essere allineata a quel concetto di ‘normalità’ 50 anni or sono preso a picconate dalla rivoluzione punk. In tal senso spicca la presenza di Artie (John McCrea), proprietario di un negozio di abbigliamento vintage di Portobello Road visibilmente queer, che entra nella vita di Estella in un momento cruciale e in Italia doppiato da Damiano dei Maneskin, quando il giovane è chiamato a cantare “I Wanna Be Your Dog” degli Stooges. Un nuovo momento di svolta per la casa di Topolino, che ha così finalmente virato verso un personaggio LGBT tutt’altro che secondario, affidandolo ad un attore dichiaratamente gay, già visto nel West End nel drag musical Everybody’s Talking About Jamie. “Quando ti dicono che sei “normale” è l’insulto più duro da sopportare. E a me nessuno l’ha mai detto”, confessa con orgoglio Artie a Cruella al primo incontro, conquistandola immediatamente.

Dinamico e cinicamente divertente, con apprezzabili rimandi al lungometraggio animato del 1961, Crudelia rilancia in grande stile il genere live-action Disney in prospettiva ‘villain’, ribadendo l’eccezionale bravura di due attrici da applausi e l’apertura sempre più marcata verso una reale e totale inclusione da parte dello studios più potente di Hollywood. In attesa degli Eterni Marvel, con il primo supereroe dichiaratamente gay del grande schermo, siamo ad un momento di svolta di rappresentazione LGBT su grande schermo.

Crudelia, genesi punk di un'icona queer - la recensione del live-action Disney - Crudelia - Gay.it
La colonna sonora di Crudelia
© Riproduzione Riservata
Entra nel nostro canale Telegram Entra nel nostro canale Google

Resta aggiornato. Seguici su:

Facebook Follow Twitter Follow Instagram Follow

Lascia un commento

Per inviare un commento !