A che punto è la scena drag romana? Un uomo che di professione fa la drag queen viene considerato meno maschio? Esiste una discriminazione machista all’interno della stessa comunità lgbtqi?
Partendo da questi quesiti ha preso vita “Dietro la maschera”, mostra del fotografo Antonio Guzzardo che cerca risposte a simili interrogativi, raccontando attraverso degli scatti le storie di persone che hanno intrapreso l’arte del draging nella città del Colosseo.
D’altronde dopo decenni di gavetta nei locali, il mondo si sta accorgendo delle regine della notte, non semplicemente uomini travestiti da donna ma artiste a pieno titolo. E questo probabilmente grazie a prodotti televisivi di enorme successo come Ru Paul Drag Race e la serie Pose, che ha reso mainstream uno dei fenomeni più underground di tutti i tempi, i ball, di cui già negli anni ’80 si era accorta Madonna facendo con Vogue una vera e propria appropriazione culturale dell’universo degli ultimi tra gli ultimi di NY che, emulando le top in passerella, trovavano riscatto all’emarginazione.
“Dietro la maschera” racconta le storie di Mauro e Carmelo, Francesco, Ivan ed Emanuele, prima che il trucco li trasformi in Karma B, Cristina Prenestina, Iwanda Sbelletti ed Era Splendor. Autore della mostra, che sarà in scena dal 12 al 14 marzo 2020 a Largo Venue, in Via Biordo Michelotti 2, è Antonio Guzzardo, classe 1982, siciliano, che dopo varie esperienze con la pittura è approdato alla fotografia concentrandosi sull’editoria di Moda.
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