Si preannuncia come il più autobiografico dei film di Almodóvar, Dolor y Gloria (Dolore e Gloria), il nuovo lavoro del maestro manchego in uscita in Spagna il 22 marzo e in Italia probabilmente in autunno (immaginiamo anche un passaggio a maggio al Festival di Cannes dove Almodóvar è stato Presidente di Giuria due anni fa).
Per raccontare la storia di Salvador Mallo, un regista in declino che sente il peso degli anni e ripensa alla sua vita, dal grande amore al successo come cineasta, Pedro si è circondato di attori fedelissimi: dal protagonista Antonio Banderas che esordì proprio con lui nel 1982 in Labirinto di passioni, all’amata Penelope Cruz, giunta alla sua sesta collaborazione col regista, passando per Raul Arevalo (Gli amanti passeggeri) e le veterane Cecilia Roth e Julieta Serrano.
Nel film si ricostruisce l’infanzia di Salvador, quando si trasferì con la famiglia a Paterna, nei dintorni di Valencia, e studiò in un severo collegio cattolico (come in La mala educación). Vent’anni dopo, a Madrid, il regista vive il grande amore di una vita e per riprendersi quando si rivela motivo di grande sofferenza, si getta nella scrittura filmica. Il cinema gli salverà la vita.
Inevitabile l’analogia con Fellini per quello che potrebbe essere l’8 e mezzo almodovariano, con nientemeno che Mina – cantante amatissima da Pedro – nella colonna sonora.
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