LE ICONEMadonna, Carrà, Mina. Sono loro le tre star più amate dai gay italiani, secondo la classifica compilata in base alle segnalazioni dei lettori del nostro sito. Un paio di settimane fa è stato reso noto che la pop star Kylie Minogue è risultata la più gradita dai gay anglosassoni, al punto di guadagnarsi il titolo di “icona gay”.
Abbiamo quindi chiesto anche ai nostri lettori di segnalarci le loro preferenze per ricavarne una graduatoria tutta italiana. Abbiamo chiesto tre nomi ponendo la seguente domanda: Quali sono, a tua parere, le prime 3 “icone” gay italiane e/o internazionali? Scegli nel panorama politico, musicale, dello spettacolo, del cinema, della moda, dello sport o in qualsiasi altro campo tu desideri le prime tre personalità da cui ti senti maggiormente rappresentato. Nello stilare la classifica finale abbiamo dato un ‘peso’ diverso per ogni posizione nel ricavare i risultati: tre punti per la prima posizione, due per la seconda e uno per la terza.
Le preferenze hanno decretato Madonna l’icona preferita dai gay italiani. La cantante, che continua a macinare successi sin dagli anni ’80, figurava al settimo posto della classifica internazionale e continua a essere ammiratissima in molti paesi e solidamente amata nello stivale. Al punto da strappare, sia pure di un soffio, lo scettro a un’altra superstar dello spettacolo nazionale, Raffaella Carrà.
La popolarità di Raffa, com’è comunemente evocata, sembra non risentire del passare del tempo, omaggiata recentemente anche da un libro dedicatole da Fabio Canino. Secondo l’ironico presentatore per poter ambire a diventare un’icona gay non basta essere bravi: «bisogna essere donna, con una vita sentimentale non priva di problemi, e soprattutto “avere le palle”». Insomma donne anticonformiste, che hanno vissuto pericolosamente ma che ce l’hanno fatta. Tutto ciò contribuisce ad aumentare il valore di chi ha già un’immagine forte e vistosa (possibilmente grandi trucchi e pettinature) e, soprattutto, e una schiettezza nel dire sempre quello che si pensa.
L’intramontabile Mina, diventata popolare a metà dagli anni ’60, sembra corrispondere perfettamente alla definizione ed è solidamente al terzo posto nonostante abbia ridotto praticamente a zero le sue apparizioni pubbliche da quasi tre decenni. Continua a sfornare regolarmente nuovi album e a scrivere di quello che vuole nella sua rubrica settimanale sul quotidiano La Stampa.
A questo terzetto di “divine” seguono, ben distanziate, altre due cantanti notoriamente molto amate dal pubblico gay, Loredana Berté e Patty Pravo. Sarà uno stereotipo ma è così. Entrambe belle, dalla forte personalità ed entrambe con una carriera alle spalle che ha conosciuto un periodo di profonda crisi dalla quale però hanno saputo riemergere. Le due artiste possono dunque contare su un nocciolo duro di fan che le seguono fedelmente, a prescindere da tutto.
Partito dallo spettacolo, passato dall’attivismo e approdato alla politica c’è il fenomeno Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno. È molto più giovane di tutte coloro che lo precedono e, stando a questi dati, risulta essere la personalità politica italiana più gradita dai gay italiani. Tornando in ambito dello spettacolo seguono, a distanza, Amanda Lear, Kylie Minogue (che evidentemente anche da noi riscuote molte simpatie), Donatella Rettore e Paola & Chiara. Il primo uomo arriva solo all’undicesimo posto, è Alessandro Cecchi Paone.
LE ANTI-ICONE
Nel proporre il sondaggio abbiamo anche pensato di chiedere chi fossero, per contro, i personaggi pubblici meno graditi…
Continua in seconda pagina^d
LE ANTI-ICONE
Nel proporre il sondaggio abbiamo anche pensato di chiedere chi fossero, per contro, i personaggi pubblici meno graditi. La domanda chiedeva: Chi sono, a tuo parere, le “anti-icone” della comunità GLBT, ovvero le persone che ti stanno più indigeste, che ti suscitano reazioni più negative e che rappresentano il contrario di quello che si può definire come gay-friendly?
Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha di gran lunga sbaragliato ogni possibile concorrenza, triplicando le preferenze raccolte dal secondo classificato. Il voto, francamente, non ci sorprende. Herr Ratzinger è infatti ormai impegnato in una personale crociata volta a negare pari dignità sociale e diritti a tutte quelle coppie dello stesso sesso che, amandosi, vivono progetti di vita in comune. Li abbiamo sentiti bollare come amori “deboli”, quasi pericolosi («minacce che si sviluppano contro la struttura naturale della famiglia») e appare sempre più evidente l’operazione volta a far credere che riconoscere giuridicamente queste unioni costituirebbe una “minaccia” per la società. Basta guardare ai fatti di tutte quelle nazioni che già riconoscono le unioni same-sex per rendersi conto che si tratta solo di fantasmi basati, per usare le recenti parole di Corrado Augias, su «una chiusura preconcetta degna dei secoli peggiori nella storia della Chiesa».
A seguire, molto distanziato, c’è il leghista Roberto Calderoli, che nel corso degli anni ha accumulato una montagna di esternazioni incredibilmente becere e offensive. Una tra le tante, risalente e a un anno fa: «PaCS e porcherie varie hanno come base l’arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni, per dirla alla Tremaglia, sono fuori luogo e nauseanti». Il far sua l’espressione di Tremaglia, ovviamente, non cambia il senso di disprezzo verso la comunità GLBT, che traspare anche da molte altre affermazioni. Da qui, comprensibilmente, il secondo posto nella classifica dei personaggi meno amati dai lettori di Gay.it.
Lasciamo momentaneamente la politica e torniamo nell’ambito dello spettacolo per la terza posizione, dove si piazza a sorpresa Renato Zero. L’artista che negli anni ’70 rappresentava in Italia meglio di chiunque altro il coraggio di essere quello che si è, in barba al perbenismo ipocrita, ha rielaborato la sua immagine finendo per renderla col tempo assolutamente conformista e, agli occhi di molti, totalmente “omologata”, al punto che l’ex cantore della trasgressione triangolare è ormai invitato a cantare al concerto natalizio del Vaticano. A questo va aggiunta una serie di incredibili giravolte mediatiche che, col tempo, hanno contribuito a eroderne inesorabilmente la coerenza. Nel 2003 con la canzone L’altra sponda sembrò dichiarare la sua omosessualità («Ci siamo mascherati per troppo tempo, dobbiamo tirare fuori la nostra identità anche a rischio di perdere amici e lavoro») salvo poi, ultimamente, andare a Domenica in… a dire che lui con «quella pasta» non c’entra niente. Zero è certamente ancora sulla cresta dell’onda, ma non è più l’Onda Gay dell’omonima canzone e tra lui e la comunità che, un tempo, lo vedeva come esempio di coraggio, siamo ormai al “C’eravamo tanto amati”.
Le posizioni della classifica dedicate alle anti-icone che seguono tornano ad attingere dalla politica. I lettori di Gay.it hanno votato Alessandra Mussolini, prima donna in questa lista, quarta certamente anche grazie a quel suo «Meglio fascista che frocio!» col quale “deliziò” gli spettatori di Porta a porta nel marzo scorso. L’onorevole Rocco Buttiglione, quinto classificato, verrà certamente ricordato per la sua bocciatura, nell’autunno 2004, quando fu estromesso da un alto incarico alla Commissione Europea a causa delle sue esternazioni sulla “peccaminosità” degli omosessuali. Da allora è rientrato pienamente nella scena politica italiana ed è attualmente uno dei sostenitori della battaglia del Vaticano – vedi alla voce Ratzinger – contro ogni forma di progetto di legge che porti a riconoscere i diritti delle coppie omosessuali. Anche Elisabetta Gardini, sesta in classifica, è certamente una voce molto sonora su questo fronte, sebbene, recentemente, di lei si sia parlato più che altro per la sua ira nei confronti della collega parlamentare Vladimir Luxuria, rea di aver usato il suo stesso bagno. Seguono l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il presidente americano George W. Bush, il cardinale Camillo “Eminems” Ruini e il leader di An Gianfranco Fini, il quale per la verità su certi temi di recente qualche timido passo verso una destra più europea sembra averlo fatto.
Le icone
1. Madonna
2. Raffaella Carrà
3. Mina
4. Loredana Berté
5. Patty Pravo
seguono Vladimir Luxuria, Amanda Lear, Kylie Minogue, Donatella Rettore, Paola & Chiara, Alessandro Cecchi Paone.
Le anti-icone
1. Joseph Ratzinger
2. Roberto Calderoli
3. Renato Zero
4. Alessandra Mussolini
5. Rocco Buttiglione
seguono Elisabetta Gardini, Silvio Berlusconi, George W. Bush, Camillo Ruini, Gianfranco Fini.
Il sondaggio online effettuato da Gay.it non ha alcuna pretesa di attendibilita’ statistica, non essendo basato su un campione elaborato scientificamente. L’unico scopo del sondaggio e’ consentire ai lettori che hanno deciso di partecipare di esprimere il loro punto di vista sul tema proposto
Clicca qui per discutere di questo argomento nel forum Gay Style.