E’ ormai tutto pronto per l’Eurovision 2019, che prenderà vita oggi a Tel Aviv con la prima attesa semifinale. Tra i conduttori dell’evento israeliano, che vede Mahmood rappresentare l’Italia, troveremo Assi Azar, 39enne presentatore nato travel blogger, poi diventaro scrittore, sceneggiatore, influencer (ha oltre 800.000 follower) e infine conduttore. Sposo di Albert Escolà dal 2016, Assi ha sempre sognato di poter un giorno condurre l’Eurovision, evento LGBT per antonomasia, riuscendo ora finalmente nell’evento.
Intervistato da Gay Star News, Azar ha rivelato di aver fatto coming out all’età di 24 anni. “Pensavo di morire nascosto nell’armadio. Israele era un paese molto conservatore. Sono ancora il ragazzo preferito di mia madre. Mio padre è dello Yemen e amava il calcio. Io odiavo il calcio. E’ stato davvero difficile. Ho frequentato le ragazze fino a quando avevo 24 anni. A volte mi sento come se avessi potuto tirarlo fuori prima. Avrei potuto sposarmi e vivere una bugia, ma fortunatamente mi sono innamorato di un ragazzo.”
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Prima di fare coming out, Azar è stato nell’esercito israeliano per quattro anni. Era un ufficiale e si innamorò di uno dei suoi migliori amici. Quando ha dichiarato ai propri genitori di essere omosessuale, la loro reazione è stata scomposta.
Mia madre mi disse che sarei morto da solo, che non avrei avuto figli, che sarei diventato sieropositivo. Ma più passava il tempo, più mi vedeva nelle mie relazioni, nei miei amici e nella mia carriera. E la situazione migliorava. Ora mia madre ama mio marito, ha progettato la sua casa.
Assi e Albert Escolà si sono sposati a Barcellona, con il padre dubbioso delle nozze fino al giorno del fatidico sì. “Qualcosa in lui è cambiato quel giorno. Vide quello che non riuscì a vedere prima. Sentì l’amore che non aveva mai provato prima. Nel suo discorso, disse: “Non avrei mai pensato di poterlo dire. Ho un figlio gay e ne sono orgoglioso”.
Dopo 15 anni da conduttore, Assi Azar ha rivelato che donerà il suo cachet, ovvero circa 30.000 euro, a un’associazione LGBT israeliana che si occupa dei più giovani: “I soldi non sono molti, sono soldi pubblici. Non è il motivo per cui sto facendo Eurovision. Preferisco restituirli al pubblico, alle persone che ne hanno bisogno.”
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