La storia ha inizio l’anno scorso, quando nelle strade del Comune di Geta (LT) gruppi di Forza Nuova attaccano i frequentatori del piccolo tratto di spiaggia libera dell’Arenauta, da 40 anni meta del naturismo gay e non. Scritte fasciste “appaiono” sugli scogli e qualcuno vede anche motoscafi e bandiere con croci celtiche passare li davanti. Ma gli unici poliziotti che i frequentatori di quella spiaggia notano sono quelli messi li per multare chiunque fosse stato beccato in costume adamitico. Nessuna incriminazione per le intimidazioni, nessun fermo per le aggressioni neofasciste.
E veniamo ai giorni nostri, quando la storia si arricchisce di nuovi personaggi: quattro vigilantes dell’Europol che ogni giorno passano armati su quel tratto di costa tirrenica lungo nemmeno 100 metri. Il motivo? Nessuno lo conosce, non lo ha chiarito nemmeno l’Assessore alla polizia municipale del Comune di Gaeta che si è limitato ad affermare: «Abbiamo stipulato una convenzione per un servizio di controllo di ventiquattro ore continuate con l’Istituto di Vigilanza Europol che dispone di uomini particolarmente motivati». Motivati rispetto a chi e cosa?
La storia è finita in Parlamento grazie ad un’interrogazione firmata, fra gli altri, dagli Onorevoli Grillini e Luxuria che chiedono al Ministro dell’Interno quali e quanti reati siano stati commessi in quel tratto, tali da giustificare le misure adottate.
Noi abbiamo chiesto a Sergio Rovasio, esponente radicale e frequentatore della spiaggia dell’Arenauta, di descriverci meglio la situazione.
Ciao Sergio, cos’ha di particolare il tratto oggetto della questione?
La spiaggia è un tratto di Arenauta ed è frequentata fin dagli anni 70 (quasi 40 anni) da naturisti e gay. È un posto bellissimo ma molto difficile da raggiungere. In tutta la costa tirrenica non c’è un posto così particolare. I gay poi, avendo buon gusto, scelgono sempre i posti più belli da frequentare. Comunque, il fatto che sia difficile da raggiungere permette di praticare il naturismo.
E cosa è successo?
È successo che da qualche giorno, come ogni anno in questo periodo, avvengono delle strane cose. Il Comune di Gaeta ha stipulato un contratto con un istituto di vigilanza privata con l’obiettivo e lo scopo di farli passeggiare in un tratto di 100 metri, quello normalmente frequentato da gay e naturisti.
Con quali compiti?
Non avendo compito di polizia locale nè nazionale non possono fare assolutamente nulla. Possono vigilare i valori o le banche ma per il resto… non possono neanche fare multe.
E allora perchè sono stati chiamati dal Comune?
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E allora perchè sono stati chiamati dal Comune?
Immaginati la situazione: il solo fatto di vederli girare continuamente armati intimorisce chi frequenta la spiaggia. Se poi pensi cosa ha dichiarato l’Assessore alla polizia municipale del comune -questi uomini di vigilanza sono “molto ben motivati”- la cosa si fa inquietante. Fa capire il clima e l’atteggiamento del Comune, cioè spaventare le persone. I frequentatori, per la maggior parte, sono abitanti della Provincia con tutte le implicazioni che ha il vivere nella periferia di una piccola città. Per di più le persone arrivano in spiaggia e si vedono delle persone armate che le controllano costantemente…
Sappiamo che all’Arenauta, a volte, sono capitati episodi di indecenza in luogo pubblico, anche sulla parte etero naturalmente. Ce lo confermi?
La bellezza di quella spiaggia è la gente che la frequenta: gay, famiglie tradizionali, giovani, anziani, etero, bisex. Non ci sono mai stati particolari atti di illegalità e per questo chiediamo al Ministro dell’Interno cosa giustifichi la presenza dei vigilantes, per di più senza che abbiano nessun potere. Non c’è dubbio che alcuni casi isolati siano accaduti, ma non è un femonemo diffuso. Ti posso anche testimoniare che lo scorso anno due voyeur sono stati cacciati dagli stessi frequentatori. Se il fenomeno fosse diffuso dovrebbe esserci la Capitaneria di porto da mattina e sera, mentre al contrario c’è solo un chiosco adibito per la pulizia della spiaggia.
Qual’è la situazione dei naturisti dal punto di vista legislativo?
Non c’è una legge che regolamenta il naturismo. Due legislature fa quella legge si fermò al Senato. Nei casi in cui c’è un vuoto legislativo fanno fede le sentenze della Corte di Cassazione. In questo caso ce ne sono due interessanti, entrambe del 2000: una che considera il naturismo come una condizione, non come un atto; un’altra nella quale viene ribadito che, se un luogo è abitualmente utilizzato per praticare il naturismo, non si può considerare la condizione del naturista come un “atto osceno in luogo pubblico”.
Per avere chiarimenti sul ruolo dei vigilantes abbiamo chiamato L’Europol di Gaeta. Il responsabile, dopo aver fissato un appuntamento telefonico, non si è fatto trovare in sede, ufficialmente a causa di un “contrattempo”. Noi rimaniamo a disposizione di chi, prima del Ministro, voglia chiarire la situazione della spiaggia dell’Arenauta e, magari, dare un lieto fine a una brutta storia italiana.
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di Daniele Nardini
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