In apertura, un film gay. In chiusura uno lesbico. E in mezzo molti titoli interessanti (omo e non) tra i 376 film in programma al 19° Torino Film Festival (15-23 novembre, cinema Reposi e Massimo), il più affollato d’Italia (oltre 64000 presenze nel 2000), il più variegato, anarchico e sperimentatore, secondo per importanza dopo Venezia (che, per intenderci, ha solo 6 sale contro le 8 della manifestazione torinese di quest’anno).
Si inizia con l’anteprima italiana (ma sarà nelle sale il giorno dopo) dell’atteso "musicult" di John Cameron Mitchell "Hedwig – la diva con qualcosa in più", travolgente biografia di un transessuale berlinese aspirante diva rock "universalmente sconosciuta" alle prese con innamoramenti a suon di fender colorate e una sessualità incerta per colpa di un maldestro podologo improvvisatosi chirurgo. Enorme successo di critica e pubblico in America (presentato come "il film più premiato dell’anno", vanta riconoscimenti come il Teddy Bear a Berlino, il premio del pubblico a San Francisco e al Sundance, miglior regia sempre al Sundance), è tratto dall’omonimo spettacolo teatrale che l’autore (presente a Torino, clicca qui per l’intervista) ha interpretato nei teatri off a Broadway e promette musiche sbalorditive e travestimenti glitter da far impallidire l’ondata drag che ha travolto recentemente piccolo e grande schermo.
Brividi lesbici grazie al film in concorso ‘Benzina‘ di Monica Stambini, tratto dal romanzo pulp di Elena Stancanelli, in cui la coppia gay interpretata da Regina Orioli (‘Ovosodo’) e Maya Sansa (‘La balia’) si ritrova in una stazione di servizio con un cadavere da nascondere e tanti fantasmi da fuggire, quasi un ‘Butterfly Kiss’ all’amatriciana.
Sempre in competizione (Doc 2001), si potrà rivedere il bel documentario sul World Pride ‘Roma A. D. 000‘ di Paolo Pisanelli già presentato al Togay di questo’anno.
Ripescaggi d’annata nella sezione ‘L’altra Europa‘: lesbovampire assetate in ‘La novia ensangrentada‘ (1972) di Vicente Aranda, dove Carmilla e Miscalda vanno in aiuto di una donna maltrattata dal marito; deliri omoerotici di uno scrittore gay tra cimiteri e carne da macello nello splatter-gore ‘Il quarto uomo‘ (1983) di Paul Verhoeven, vibrante omohorror del regista di ‘Robocop‘ e ‘Starship Troopers‘.
Grande attesa per il nuovo film di Todd Solondz, talento emergente americano già autore di ‘Happiness‘, che torna a scavare impietosamente nelle infelicità della famiglia media americana anche in ‘Storytelling‘, dove un ragazzino si innamora del devastato protagonista con esiti grotteschi, riuscendo dopo vari tentativi a ottenere un sospirato e aspirato rapporto orale.
Tra gli ospiti del festival non mancherà Rocco Siffredi (clicca qui per l’articolo sul suo film gay), protagonista del thriller erotico ‘Amorestremo‘ di Maria Martinelli che l’anno scorso contribuì a sdoganare il porno col curioso documentario hard ‘Gladiatori‘.
In chiusura l’intrigante storia lesbica del nuovo e misteriosissimo (alcuni giurano incomprensibile) film di David Lynch ‘Mulholland Drive‘ dove infiammano lo schermo i match erotici tra l’angloaustraliana bionda Naomi Watts (in un doppio ruolo) e la bruna Laura Elena Harring sulla via che arriva agli studios di Los Angeles, tra incidenti d’auto, pericolose amnesie e deliri onirici.
Altri titoli imperdibili: le anteprime di ‘Rock Star‘ con Mark Wahlberg, ‘R X-Mas‘ (Il nostro Natale) di Abel Ferrara, ‘ABC Africa‘, documentario sull’Aids nel continente nero filtrato dall’occhio sapiente del grande maestro iraniano Abbas Kiarostami.
Cinema egiziano, gli autori italofrancesi Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, gli zombi-horror di Romero tra le retrospettive.
Una mole infinita di cinema, cinema e ancora cinema sotto la Mole. Da non mancare.
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