Il 7 febbraio l’Italia celebra la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Una data importante, nata per imparare a dire no alla violenza e agli scherzi di cattivo gusto che le persone più deboli possono subire nel mondo della scuola. E non solo, perché il bullismo a volte continua anche fuori dagli ambienti scolastici, e anche sulla rete. Da non dimenticare, poi, il bullismo omofobico: ai bulli si aggiungono le discriminazioni verso il diverso, visto come una forma di divertimento.
La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), secondo uno studio, indica che oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni ha sperimentato in prima persona il bullismo. Il 22,2% è stato vittima anche di cyberbullismo. Le famiglie non sanno rispondere a questa emergenza, i professori nemmeno.
Bullismo omofobico: cos’è e l’identikit delle sue vittime
La discriminazione a scuola, basata sull’orientamento sessuale, è un’emergenza i tutta l’Unione Europea. Non sono toni allarmistici, è un problema grave che rovina la vita agli studenti LGBT. I bulli pensano di essere protetti, sicuri che la vittima non denuncerà mai quanto gli è capitato, puntano sulla sua vergogna e l’incapacità di difendersi per continuare a torturare senza ritegno.
Una vittima di bullismo omofobico, per tutta la vita, si porta dietro un eterno senso di sfiducia verso gli altri. Si tende a non mostrare le proprie emozioni, a essere introversi, per paura che quanto successo possa ricapitare. Ma non solo: si tende a subire altre ingiustizie, poiché si perde anche la fiducia in sé stessi.
E ancora, uno studio del 2007 rileva che nel bullismo omofobico ci sono dei punti comuni:
- i bulli si accaniscono ancora di più perché considerano diverso un orientamento sessuale che non sia quelle etero.
- la vittima prova vergogna e teme ritorsioni denunciando i bulli. Un ragazzo o una ragazza LGBT inoltre dovrebbe fare i conti con il coming out, nel caso non fosse dichiarato.
- non ci sono figure che riescono a proteggere la vittima. Non ci sono compagni che stanno dalla sua parte, non ci sono professori che sanno come affrontare la questione.
Le conseguenza, in Italia
Tra il 2012 e il 2016, la comunità LGBT italiana è stata scossa da terribili tragedie, in cui alcuni ragazzi omosessuali si sono suicidati, perché vittime del bullismo omofobico.
- a maggio 2016, un ragazzo gay di 19 anni decide di farla finita, gettandosi sotto un treno a Bari. Non era accettato dai genitori a casa, bullizzato a scuola. Il suo ultimo messaggio è stato un sms, inviato al fidanzato: “Ti amo, perdonami. Ti amo“.
- a novembre 2012, un ragazzo di nome Alessio, 15 anni, veniva bullizzato perché vestiva di rosa, si metteva lo smalto. E voleva solo essere sé stesso, senza nascondersi. Si è impiccato nella sua stanza, con una sciarpa.
A questi, si aggiungono Simone, 21enne romano: nell’ottobre 2013 si getta da un condominio. La sua paura: non essere accettato. In un biglietto, aveva condannato la società italiana. Un altro ragazzo, nell’agosto 2012, si lancia dal terrazzo, dopo essersi inflitto dei tagli al braccio e all’inguine. In un biglietto aveva scritto di essere gay. Non è confermato il bullismo omofobico per questi ultimi due casi, ma è ancora peggio: c’è la paura di non essere accettati a 360 gradi.
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