Doveva essere soltanto una serata di festa a Castiglione in Teverina, in provincia di Viterbo. Ma si è trasformata nel peggior incubo possibile per due ragazze trans, Giulia e Alessia, fatte oggetto di una brutale aggressione transfobica. L’episodio è avvenuto sabato sera, 10 agosto, durante la tradizionale Festa del Vino, evento che richiama persone da tutta l’area.
La violenta aggressione
Giulia e Alessia hanno raccontato che tutto è iniziato con commenti di apprezzamento da parte di un branco di circa dieci ragazzi, il più grande dei quali appena ventenne. Apprezzamenti rivolti alle due ragazze, in quanto donne. Poi, quando i giovani hanno scoperto l’identità di genere di Giulia e Alessia, i complimenti si sono trasformati in insulti, a cui è seguita un’aggressione fisica caratterizzata da una violenza inaudita. Il branco ha circondato Giulia e Alessia e le ha picchiate selvaggiamente. Le ragazze hanno riportato gravi ferite: volti tumefatti, escoriazioni multiple su vari punti del corpo, denti spezzati.
Giulia e Alessia hanno immediatamente denunciato l’accaduto sui social, condividendo foto delle ferite subite.
“Siamo state aggredite da un branco di ragazzi,” ha scritto Giulia dall’ospedale Belcolle, dove è stata ricoverata per le cure. “Il più grande avrà avuto 20 anni. Dopo aver chiamato i carabinieri e la sicurezza, nessuno è stato in grado di fermare mezzo membro del branco, soffermandosi sul fatto che avevamo un aspetto ‘provocatorio’. Educate i vostri figli e insegnategli a rispettare donne come noi, non solo in casa ma anche per strada in una festa. Fate schifo.”
Il silenzio della folla
L’aggressione è avvenuta in una piazza affollata, ma nessuno tra i presenti è intervenuto per difendere le vittime o fermare gli aggressori. “Dieci ‘uomini’ contro due ragazze in mezzo a una piazza piena di gente,” ha scritto Alessia in un post. “Nessuno che avesse detto mezza parola o fosse intervenuto. L’unica domanda che si facevano era se fossimo donne o trans. Fate ribrezzo.”
Le indagini
Nonostante la gravità dell’accaduto, al momento non risultano denunce ufficiali presentate alle autorità, ma solo le testimonianze diffuse sui social dalle vittime. Le forze dell’ordine stanno indagando sull’episodio, per individuare i responsabili, tra i quali potrebbero esserci ragazzi minorenni.
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Le reazioni e l’appello alla giustizia
Alessandro Zan inchioda la politica nazionale alle sue responsabilità, e fa i nomi di Meloni, La Russa, Salvini e Roccella, con un severo post sui social:
“Mezzo governo – Meloni inclusa – e il Presidente del Senato non hanno trovato niente di meglio da fare che accusare una atleta algerina di essere una persona trans. Come fosse una colpa, come fosse un crimine. Pensavano tutto ciò non avesse conseguenze? Le loro parole di odio legittimano i violenti”
Monica Romano, consigliera comunale di Milano e donna trans, punta il dito contro la mancanza di una legge che punisca l’aggravante di odio omobitransfobico: “Da decenni invochiamo una legge contro i crimini d’odio motivati da omofobia e transfobia, inascoltati. E ora ci ritroviamo al governo quelle stesse forze politiche che applaudirono l’affossamento del DDL Zan in Senato nel 2021. In questo momento mi trovo a Parigi. La Francia punisce le discriminazioni e le violenze basate sull’identità di genere dal 2012 (quelle basate sull’orientamento sessuale dal 2004).”
Il sindaco di Castiglione in Teverina, Mirco Luzi, ha espresso ferma condanna per l’accaduto tramite una nota ufficiale: “Desidero innanzitutto condannare fermamente l’atto di intolleranza e di violenza avvenuto, esprimendo solidarietà a chi ha subito l’aggressione. Attendiamo che sull’accaduto venga fatta piena luce dall’autorità giudiziaria.” Luzi ha anche sottolineato che gli autori dell’aggressione non sono probabilmente residenti del paese, che è “e sarà sempre un paese accogliente.”
Anche l’Arcigay di Viterbo Peter Boom è intervenuta duramente, definendo l’aggressione come un chiaro episodio di violenza transfobica, frutto di una crescente escalation di odio nei confronti della comunità LGBT+. “Non si tratta di una semplice lite,” ha dichiarato l’associazione. “Ci auguriamo che gli autori della vile aggressione vengano identificati al più presto. Questa escalation di violenza è un evidente segnale di degenerazione sociale e di un’inarrestabile spirale di odio alimentata da una narrazione politica che guarda alle diversità come un pericolo e non come una ricchezza.”
Durissimo il comunicato del Movimento Identità Trans:
“DIECI contro DUE: perché siete così…bulletti vigliacchi, fascistelli codardi.
E vi rode che noi invece brilliamo orgogliose e favolose, pure davanti a voi, col coraggio eretto sulle nostre spalle. In DIECI contro DUE: fate bene, perché valiamo cinque volte voi. Ma forse dieci volte. Ma forse cento. E mentre voi vi rintanate nelle fogne, noi continueremo a splendere. Sorelle, siamo con voi”
Per Tuscia Pride – comitato organizzatore del pride locale – è giunto il momento di fermare la violenza: “Non siamo più dispostɜ a subire violenza sui nostri corpi – scrivono sui social – e non mancheremo di gridarlo con forza nei Pride, nelle piazze e ovunque tutti i giorni. “Educate i vostri gran figli e insegnategli a rispettare donne come noi, non solo come fate voi, uomini di merda, negli appartamenti, ma anche per strada in una festa. Fate schifo”.
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Se la violenza fosse stata descritta come di genere, psicologica, sull'identità di genere dei soggetti o su qualcosa che sfortunatamente il movimento transgender ha il potere di togliermi la libertà di parola, ma che si comprenderà ugualmente, avrei supportato molto di più l'articolo. Ci si ritrova per l'ennesima volta a spiegare l'inefficienza della parola abilismo, troppo generica e che non può comprendere la reputazione negativa data dalla disabilità stessa che si intende tutelare. Una disabilità si distinguerà sempre per possedere una reputazione intrinseca a se stessa, diversamente dal credito generale dell'individuo meritevole che va tutelato a prescindere.