“Sono una donna come tutte le altre. Sono nata donna, ho vissuto come donna e ho gareggiato come donna. Su questo non ci sono dubbi.”
Con queste parole, la pugile algerina Imane Khelif ha risposto con fermezza alle polemiche e agli attacchi personali che hanno accompagnato il suo percorso verso la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 (incluso il dimenticabile episodio in cui l’italiana Angela Carini si è ritirata dal match con l’algerina dopo 45 secondi). Nonostante la campagna di odio fomentata dalla Russia di Putin, rilanciata persino da una premier di un paese del G7 (l’italiana di estrema destra Giorgia Meloni, che ha fatto allusioni al fatto che gareggiare con Imane Khelif non fosse un “match alla pari“) , Khelif ha deciso di non restare in silenzio e ha presentato una denuncia per cyberbullismo aggravato contro chi ha vomitato odio sui social media.
La denuncia, depositata presso la procura di Parigi, rappresenta l’inizio di una nuova battaglia per Khelif, questa volta fuori dal ring.
“Questa medaglia d’oro ha un gusto speciale. Gli attacchi subiti danno a questa vittoria un significato ancora più profondo. Ma la mia dignità e il mio onore sono al di sopra di ogni altra cosa, e ora è il momento di far valere i miei diritti anche legalmente.”
Khelif, che ha conquistato l’oro nella categoria 66 kg, ha fronteggiato dieci giorni di diffamazioni orchestrate dall’internazionale di destra che avrebbero potuto minare il suo percorso olimpico. Ma Imane è rimasta concentrata sul proprio percorso, fiduciosa nel Comitato Olimpico che l’ha sempre difesa, fino al trionfo con la cinese Yang Liu in finale, in un match che ha visto la pugile algerina dominare, con verdetto unanime da parte dei giudici.
Sin dal primo incontro, Khelif ha dovuto confrontarsi con critiche e sospetti riguardanti il suo genere, riemerse dopo la controversa esclusione dai Mondiali di boxe del 2023 organizzati e manipolati dalla Russia di Putin, per presunte irregolarità nei test del DNA. Eventi che sono stati amplificati dai social media, e che hanno trasformato la pugile in un bersaglio di attacchi feroci. Una campagna di odio ad personam che ha pochi eguali nella storia. A questa campagna di odio, e dispiace doverlo sottolineare due volte nello stesso articolo, si è unita con superficialità e con pressapochismo anche la premier italiana Giorgia Meloni, inducendo Forza Italia – partito che per ora sostiene la maggioranza di estrema destra al governo in Italia – a prendere le distanze.
Khelif ha portato a casa la seconda medaglia d’oro per l’Algeria ai Giochi di Parigi, scatenando un’ondata di entusiasmo nel paese, dove è stata acclamata come eroina nazionale.
Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha elogiato la sua vittoria, definendola un simbolo di forza e coraggio per tutte le donne algerine. Una vittoria che, grazie all’odio scatenato dalla destra illiberale globale, si è trasformato infine in una roboante vittoria dello sport e della libertà. Queste le parole di Imane:
“Il mio messaggio al mondo intero è che tutti dovrebbero impegnarsi a rispettare i principi olimpici ed evitare il bullismo. Questa è la mia vittoria più grande”
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